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Niente neri e omosessuali in Kingdom Come: Deliverance, infuria la polemica. Ma ha davvero senso lamentarsi?

Cerchiamo di ragionare sui problemi della rappresentazione, più che sulle occorrenze politiche

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   16/02/2018

Era il 2004 e guardando al cinema il film Troy di Wolfgang Petersen, chi scrive rimase fortemente deluso dalla mancanza di coraggio della produzione nella rappresentazione di Achille. Sin dall'inizio della pellicola sceneggiatori e regista avevano fatto in modo di non mettere minimamente in discussione la virilità dell'eroe greco, interpretato da Brad Pitt, negandogli per l'ennesima volta il riconoscimento del suo amore per Patroclo, la vera origine di quella furia che lo condurrà a fare scempio del corpo di Ettore, attirandogli addosso l'ira divina. Il problema era il fatto che Achille fosse stato mostrato per l'ennesima volta come uno sciupafemmine da bettola? No, era essenzialmente di coerenza narrativa: mantenere viva l'ipocrisia che impedisce di esplicitare la sessualità di Achille lo indebolisce nelle motivazioni. Del resto nell'antica Grecia i rapporti tra allievi e maestri dello stesso sesso non destavano grosso scandalo ed erano addirittura considerati una forma di pedagogia, quindi nel mito non c'è nessuna ambiguità. Insomma, raccontare le vicende di Achille durante la Guerra di Troia glissando sul suo rapporto con Patroclo, è ormai da considerarsi più un abuso che una scelta stilistica, visto che dovremmo aver superato certi pregiudizi. Sarebbe come provare a raccontare la vita dell'imperatore romano Adriano facendo finta che Antinoo non sia mai esistito, o dimenticarsi di citare l'amore di Saffo per le donne, commentando la sua poesia.

Recentemente si è parlato tanto di Kingdom Come: Deliverance. Uno degli argomenti polemici sollevati contro il gioco riguarda la scarsa rappresentazione delle diversità nel gameplay. Perché non ci sono uomini di colore? E perché non ci sono omosessuali? Perché il giocatore non può farsi un suo personaggio personalizzandolo come vuole? Si tratta di domande fondamentalmente superficiali, ma meritano una risposta visto che il dibattito infuria.

Henry, il protagonista del gioco è un personaggio dalle caratteristiche molto definite. Il giocatore può decidere come svilupparlo in termini di abilità e può dargli un suo orientamento sociale, ma il ragazzo affronta un percorso di crescita preciso, raccontato in modo minuzioso e legato a doppia mandata con il contesto storico in cui vive: la Boemia del 1400. Il suo è un percorso di vita narrativamente determinato, il cui intento autoriale è evidente. Domanda: se gli sviluppatori lo avessero reso un personaggio alla Shepard (trilogia Mass Effect), ossia più malleabile in termini narrativi, ma meno presente nella sua stessa storia, il gioco ne avrebbe beneficiato? E ancora, poter creare un personaggio gay di colore nella bigottissima Boemia del 1400, sarebbe stato indolore per la verosimiglianza narrativa?

Qualcuno potrà obiettare che all'epoca, in Boemia, c'erano sicuramente dei gay e c'era probabilmente qualche persona di colore. Sicuramente entrambe le affermazioni sono vere, ma chiediamoci prima di tutto se la loro rappresentazione avrebbe davvero arricchito questo racconto, o se lo avrebbe reso in buona parte forzato. Del resto, come avrebbero potuto gli altri personaggi del gioco ignorare un'anomalia come quella del figlio di un fabbro di colore? Si dirà: bastava permettere che facesse un altro lavoro. Intanto sarebbe curioso sapere quale, visto che siamo in un luogo e in un'epoca in cui la presenza di uomini di colore nella società non era scontata come lo è ora. Nel caso Kingdom Come: Deliverance fosse stato ambientato in una regione con città mercantili affacciate sul Mediterraneo, la forzatura avrebbe avuto più senso, ma avete presente dove si trova la Boemia? Quante persone di colore pensate che transitassero da quelle parti nel Basso Medioevo? E quante cariche pubbliche pensate che ricoprissero, o mestieri svolgessero? Inoltre in una richiesta simile è implicita una pretesa assurda: che gli sviluppatori raccontassero un'altra storia. Invece è di Henry che stiamo parlando. Il discorso gay è diverso. Quelli purtroppo furono anni di forti persecuzioni nei confronti dell'omosessualità, con moltissimi stati dotati di leggi d'ispirazione religiosa, che la consideravano un fenomeno da reprimere senza pietà. Paradossalmente c'erano leggi più restrittive e punitive nel 1400 che nei secoli precedenti, per via della crisi del potere religioso che stava creando conflitti nell'intera Europa. Non per niente sono quelli gli anni in cui ha preso grande vigore il fenomeno della caccia alle streghe. In un contesto simile, avrebbe avuto senso inserire delle storie d'amore gay per questioni essenzialmente politiche, privandole di peso e risvolti? Forse meriterebbero di essere raccontate autonomamente, invece di fare solo una comparsata tanto per dire di esserci.

Insomma, davvero bisognava trasformare la storia di un ragazzo e della sua crescita, in una brutta storia che per rappresentare tutti avrebbe finito con il non rappresentare nessuno? Di nostro possiamo concludere solo esprimendo la speranza che nel prossimo film sulla Guerra di Troia Achille baci appassionatamente Patroclo... ma perché lo amava davvero, non perché sia politicamente corretto farlo.

Niente neri e omosessuali in Kingdom Come: Deliverance, infuria la polemica. Ma ha davvero senso lamentarsi?