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Activision Blizzard: ipotesi accordo immediato tra Microsoft e CMA frutto di un errore giornalistico

L'ipotesi di un accordo rapido tra Microsoft e la CMA per l'acquisizione di Activision Blizzard pare essere stata frutto di un errore giornalistico.

Activision Blizzard: ipotesi accordo immediato tra Microsoft e CMA frutto di un errore giornalistico
NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   12/07/2023

L'ipotesi di un accordo rapido tra Microsoft e la CMA pare essere stata solo il frutto di un errore giornalistico, che ha dato per scontato il risultato delle nuove interlocuzioni tra la casa di Redmond e l'organo antitrust inglese sull'acquisizione di Activision Blizzard.

Situazione complicata

L'errore giornalistico ha fruttato un certo fraintendimento
L'errore giornalistico ha fruttato un certo fraintendimento

Come emerso successivamente, le contrattazioni sono ancora in alto mare e la CMA non ha fatto alcun passo indietro di fronte alla piccola divestitura proposta da Microsoft. CNBC, la prima testata a riportare la notizia, aveva però inizialmente parlato di accettazione praticamente immediata della nuova proposta da parte della CMA, tanto da far ipotizzare che l'organo antitrust inglese si fosse fatto convincere in qualche modo dalla sentenza favorevole a Microsoft sulla richiesta di ingiunzione preliminare dell'acquisizione dell'FTC a ritornare sui propri passi, in modo anche abbastanza umiliante, almeno da come è stato raccontato il tutto.

In realtà è andata in modo completamente diverso, come ormai si è ampiamente capito, con la CMA che ha rifiutato l'offerta di Microsoft e ha accettato di condurre nuove indagini sull'acquisizione solo a condizione che Microsoft ricontratti l'accordo con Activision Blizzard, facendo praticamente ripartire l'iter.

Di fatto nel Regno Unito l'acquisizione rimane ancora bloccata e, mancando pochissimi giorni al termine del periodo concordato tra Microsoft e Acivision Blizzard per la chiusura dell'acquisizione, l'intero processo potrebbe uscirne ulteriormente rallentato, a meno di tentativi di colpi di mano per concludere comunque l'affare.

Insomma, molti sembrano aver cantato vittoria un po' troppo presto, con la sentenza di ieri che aiuta sicuramente Microsoft ma non scioglie tutti i nodi della questione.