Nonostante i risultati finanziari record del terzo trimestre 2025, Amazon ha annunciato un nuovo piano di ristrutturazione che coinvolgerà circa 14.000 ruoli corporate a livello globale. La decisione ha suscitato interrogativi, soprattutto per il tempismo: arriva mentre l'azienda rafforza i propri investimenti nell'intelligenza artificiale e nell'automazione.
Durante una conference call con gli analisti, il CEO Andy Jassy ha voluto però chiarire che i tagli non sono motivati da ragioni economiche né da un'integrazione diretta con l'AI: "L'annuncio non è finanziario e non è legato all'intelligenza artificiale, almeno non in questa fase. È una questione di cultura", ha dichiarato.
"Amazon era diventata più complessa e lenta nelle decisioni", afferma Jassy
Jassy ha spiegato che l'espansione accelerata degli ultimi anni ha reso Amazon più complessa e lenta nelle decisioni. L'obiettivo ora è "tornare a operare come la più grande startup del mondo", riducendo i livelli gerarchici e rafforzando l'autonomia dei team.
Nel memo interno del 28 ottobre, Beth Galetti, senior vice president of People Experience and Technology, ha ribadito che la ristrutturazione mira a rendere Amazon "più forte e reattiva", eliminando la burocrazia e riallocando risorse verso le aree strategiche. I dipendenti coinvolti avranno 90 giorni per trovare nuove opportunità interne, con pacchetti di transizione che includono indennità, supporto al reimpiego e copertura sanitaria.
L'impatto della robotica interna di Amazon
Galetti ha inoltre riconosciuto il ruolo dell'IA come forza di cambiamento globale: "L'intelligenza artificiale è la tecnologia più trasformativa dai tempi di Internet. Per sfruttarla appieno dobbiamo essere organizzati in modo più snello e veloce".
Parallelamente, Amazon continua a investire nel proprio ecosistema tecnologico: nell'ultimo anno ha aggiunto 3,8 gigawatt di capacità energetica per supportare le infrastrutture cloud e IA, e ne aggiungerà un altro entro fine 2025. Secondo il New York Times, la robotica interna di Amazon potrebbe automatizzare fino al 75% delle operazioni entro il 2027, riducendo la necessità di assumere circa 160.000 lavoratori negli Stati Uniti.


 
   
      
    