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AMD annuncia perdite significative a causa delle restrizioni USA sulle esportazioni verso la Cina

L'azienda americana prevede un impatto economico di 800 milioni di dollari legato ai suoi chip MI308: una cifra pari alla metà dell'utile netto del 2024

NOTIZIA di Simone Lelli   —   17/04/2025
AMD

Dopo l'annuncio da parte di NVIDIA di una perdita da 5,5 miliardi di dollari a causa delle restrizioni sulle esportazioni verso la Cina, anche AMD si trova ora a fare i conti con gli effetti della crescente tensione commerciale tra Washington e Pechino. La società di semiconduttori ha reso noto che, a seguito di una prima valutazione delle nuove regole imposte dagli Stati Uniti, si aspetta una perdita economica di circa 800 milioni di dollari, legata a svalutazioni di magazzino, impegni d'acquisto e riserve correlate ai suoi chip MI308, destinati al mercato cinese.

Un colpo pesante per i conti del 2024

Il dato impressionante è che questa perdita rappresenta ben il 50% dell'utile netto registrato da AMD nell'intero anno fiscale 2024, pari a 1,6 miliardi di dollari. Un impatto che dimostra quanto il business cinese sia rilevante per il colosso di Sunnyvale, e quanto le restrizioni sulle esportazioni di chip per l'intelligenza artificiale possano cambiare le prospettive economiche delle big tech americane nel giro di poche settimane.

Le AMD Radeon RX 9070 XT e RX 9070 dei partner
Le AMD Radeon RX 9070 XT e RX 9070 dei partner

Le nuove limitazioni colpiscono in particolare l'export verso la Cina, Hong Kong, Macao e tutti i paesi classificati come "D:5" dagli Stati Uniti. Le regole coinvolgono qualsiasi azienda che abbia sede legale o una casa madre in questi territori. Secondo AMD, l'imposizione di una licenza di esportazione a tempo indeterminato per i chip destinati a quei mercati, tra cui il MI308, rende di fatto impraticabile continuare a servire la domanda cinese con i prodotti attuali.

Il contesto geopolitico e le nuove tariffe al 245%

Queste perdite si inseriscono in uno scenario globale particolarmente instabile. Gli Stati Uniti hanno appena alzato i dazi generali sulle importazioni dalla Cina al 245%, una misura che ha già iniziato a scuotere i mercati finanziari internazionali (e che colpirà anche prodotti come Nintendo Switch 2). Nel frattempo, per contenere il danno, l'amministrazione Trump ha annunciato concessioni temporanee verso altri partner commerciali, come l'abolizione dei dazi su semiconduttori e prodotti elettronici provenienti da paesi non cinesi e la possibilità di esenzioni limitate per alcune aziende automobilistiche. Ma per la Cina la stretta resta totale, con esportazioni critiche per l'IA e l'elettronica che vengono bloccate o fortemente ostacolate.

Un processore AMD Ryzen
Un processore AMD Ryzen

La situazione di AMD non è un caso isolato: con l'inasprirsi della guerra commerciale, molte altre aziende statunitensi potrebbero presto trovarsi nella stessa condizione. La Cina, principale mercato per l'hardware ad alte prestazioni e i chip IA, rappresenta una fetta cruciale della catena del valore globale. Se le misure restrittive dovessero continuare o inasprirsi ulteriormente, è plausibile che anche altri colossi come Intel, Apple e Qualcomm inizino a segnalare impatti negativi sui bilanci futuri. L'industria tecnologica americana, storicamente costruita sull'interconnessione globale, si trova ora costretta a ripensare radicalmente la propria strategia, in uno scenario che appare sempre più orientato verso una "de-globalizzazione" forzata.