Com'era facile aspettarsi, Nintendo Switch 2 e altre console rientrano nei prodotti assemblati in Cina che vengono colpiti dai dazi imposti dagli USA al 145%, con la conferma della cosa che è arrivata dalle pagine della rivista finanziaria Nikkei.
La testata giapponese si riferisce a delle comunicazioni interne da parte di linee di produzione a cui si appoggiano Apple e Nintendo e fa notare come gran parte della produzione delle nuove console Nintendo è rimasta in Cina, nonostante uno spostamento di parte di questa presso fabbriche in Vietnam, con una mossa che, nelle idee di Nintendo, doveva probabilmente aggirare il problema dei dazi minacciati da Trump ma che è risultata poi poco efficace.
Anche il Vietnam è infatti destinato a subire i dazi, che però sono stati bloccati per 90 giorni in base alle nuove decisioni dell'amministrazione del presidente Trump, ma buona parte della produzione di Nintendo Switch 2 è comunque rimasta in Cina.
Le console non vengono risparmiate dai dazi
Come abbiamo visto, la Cina non rientra nella sospensione di 90 giorni decisa nei giorni scorsi da Trump, che ha invece acuito ulteriormente il tasso di tariffe restrittive applicate ai prodotti provenienti dal grande paese asiatico.
Anche l'ulteriore manovra di alleggerimento varata dall'amministrazione Trump, che ha escluso smartphone, computer e chip dai dazi, non riguarda la produzione di console, per cui rimane reale il problema dell'eventuale ricaduta di tali tassazioni sui prezzi delle nuove console.
Nel frattempo, come abbiamo visto, Nintendo ha rinviato l'apertura delle prenotazioni di Nintendo Switch 2 in USA e Canada proprio per valutare l'eventuale effetto dei dazi sui costi di produzione, probabilmente, dunque rimaniamo in attesa di ulteriori aggiornamenti sulla questione.