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Giochi single player, Amy Hennig: bizzarro che l'industria non si preoccupi del loro declino

Per l'autrice di Uncharted è singolare che gli studi di sviluppo non abbiano cercato di cambiare strategia per rendere gli utenti più interessati alla narrazione nei videogiochi.

NOTIZIA di Davide Spotti   —   29/03/2019

In una recente intervista rilasciata a IGN, Amy Hennig ha condiviso alcuni pensieri riguardo ai giochi single player e al fatto che molte persone non portino a termine le storie. Secondo l'autrice di Uncharted, è bizzarro che questa logica abbia preso sempre più piede e l'industria non abbia cercato di risolvere in qualche modo il problema.

"L'idea che il nostro medium faccia pace con il fatto che la maggior parte delle persone non vedrà mai l'intero arco della storia che stiamo raccontando è strano per me", spiega la sceneggiatrice americana.

"Un tempo potevamo realizzare videogiochi di sei/otto ore in uno spazio non indie, senza nessuna modalità secondaria, senza un servizio multiplayer, nient'altro che un'esperienza narrativa interattiva fatta e finita, ma è un tipo di proposta che ha sempre meno successo", dice la Hennig, riferendosi in particolare alla crescita costante dei cosiddetti giochi come servizio.

Già in passato la Hennig aveva toccato questo tema, dichiarando che oggi un prodotto come il primo Uncharted non sarebbe accettato da giocatori e publisher proprio per la breve durata e l'assenza di una modalità multigiocatore.

Voi cosa ne pensate? Vi piacciono ancora i videogiochi basati sulla narrazione o preferite dedicarvi a prodotti più longevi focalizzati sul multiplayer? Fatecelo sapere qui sotto nei commenti!