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Anche Meta AI vince la sua battaglia contro il copyright, ma forse è colpa degli avvocati

Una sentenza che segna un precedente nel panorama legale dell'intelligenza artificiale ha visto la vittoria di Meta AI contro un gruppo di autori, ma il giudice ha espresso qualche dubbio sul fair use.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   26/06/2025
Meta AI

Meta ha ottenuto una significativa vittoria in una causa intentata da un gruppo di autori, i quali sostenevano che l'azienda avesse impiegato illegalmente le loro opere per addestrare i propri sistemi di IA. La sentenza, emessa dal giudice Vince Chhabria, ha stabilito che Meta ha diritto a un giudizio sommario sulla propria difesa di fair use, o uso lecito, riguardo all'utilizzo dei libri degli autori come dati di addestramento per i suoi Large Language Model (LLM).

In sostanza, il giudice ha riconosciuto che la copia di tali opere per tale scopo non costituiva una violazione. La decisione, tuttavia, non sancisce in maniera assoluta la legalità dell'uso da parte di Meta di tutti i materiali protetti da copyright per l'addestramento dei suoi modelli.

L'avvertimento del giudice a Meta

Il giudice Chhabria ha chiarito che la sentenza si è basata sulla specifica argomentazione presentata dai querelanti, e non su un'approvazione generalizzata delle pratiche di Meta. Nello specifico, il giudice ha evidenziato come gli autori non siano riusciti a formulare argomentazioni sufficientemente solide per sostenere le loro accuse di violazione. Questo indica che, sebbene Meta abbia prevalso in questa istanza, il dibattito sul copyright e l'IA è tutt'altro che concluso, e future cause potrebbero presentare scenari e argomentazioni diverse.

Il giudice Chhabria ha infatti respinto due delle principali argomentazioni avanzate dagli autori e dai loro avvocati, definendole "chiaramente perdenti". La prima riguardava la capacità del modello Llama IA di Meta di riprodurre frammenti di testo dai loro libri. Il giudice ha ritenuto che la quantità di testo riprodotto fosse insufficiente per essere considerata rilevante. La seconda argomentazione verteva sul fatto che l'utilizzo non autorizzato delle loro opere per addestrare i modelli di IA avrebbe diluito la loro capacità di concedere in licenza tali opere per scopi di addestramento. Su questo punto, il giudice ha specificato che gli autori non hanno diritto a un mercato per la licenza delle loro opere come dati di addestramento per l'IA. Una posizione che sottolinea una distinzione fondamentale tra la licenza per la pubblicazione e distribuzione di opere e la loro utilizzazione come "materia prima" per lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale.

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Il giudice ha anche discusso della recente vittoria di Anthropic, dove a suo avviso il giudice William Alsup ha ignorato le preoccupazioni sul danno che l'IA generativa potrebbe "infliggere al mercato delle opere su cui viene addestrata". E voi che cosa ne pensate di questa nuova vittoria, seppur parziale, dell'intelligenza artificiale? Diteci la vostra nei commenti qua sotto.