Apple ha respinto le contestazioni di Elon Musk secondo cui l'App Store favorirebbe OpenAI a scapito di altri sviluppatori di intelligenza artificiale. L'azienda afferma che classifiche, suggerimenti algoritmici e selezioni editoriali seguono criteri oggettivi pensati per garantire scoperta sicura agli utenti e opportunità di visibilità a migliaia di app.
Musk ha parlato di "violazione antitrust" sostenendo che ChatGPT godrebbe di un trattamento di riguardo nelle sezioni più in vista dello store, mentre prodotti concorrenti come Grok e la stessa app di X resterebbero esclusi da spazi editoriali come i "Must Have". Cupertino, dal canto suo, rivendica un impianto di raccomandazione misto - algoritmi ed editor curatori - che valorizza novità, qualità e sicurezza, indipendentemente dal marchio.
A indebolire la tesi del favoritismo contribuiscono i piazzamenti recenti di altri player: la cinese DeepSeek ha raggiunto il primo posto tra le app gratuite a inizio anno e Perplexity ha guidato le classifiche in India a luglio. Si tratta di risultati maturati ben dopo l'annuncio della collaborazione fra Apple e OpenAI, a dimostrazione che lo store resta contendibile anche per competitor diretti.
Nel botta e risposta pubblico è intervenuto anche Sam Altman. Il CEO di OpenAI ha definito "singolare" l'accusa, ricordando che Musk è stato più volte tacciato di usare X per spingere i propri interessi e sfavorire rivali. La controreplica dell'imprenditore è arrivata a stretto giro, segno che lo scontro resta aperto tanto sul piano industriale quanto su quello narrativo.
Il contesto antitrust e le implicazioni per il mercato dell’AI
Al di là della schermaglia, la vicenda rimette al centro la funzione degli app store come arbitri della competizione digitale in una fase in cui l'AI è diventata un fattore determinante di differenziazione. La visibilità nelle vetrine editoriali e nelle classifiche incide direttamente su acquisizione utenti e ricavi.
Per questo, trasparenza dei criteri e tracciabilità dei processi di ranking sono aspetti che sviluppatori e regolatori guardano con crescente attenzione. In assenza di evidenze concrete di distorsioni, il caso conferma quanto il mercato dell'AI su mobile sia ancora fluido e contendibile, con la possibilità per nuovi attori di scalare velocemente se supportati da qualità del prodotto e domanda reale.