Apple ha fatto ricorso in appello per la multa da 13 miliardi di euro comminata dalla Commissione Europea. La casa di Cupertino accusa l'organo europeo di influire sull'applicazione delle leggi nazionali, alterando le disposizioni che regolano la tassazione internazionale con il risultato di generare incertezza.
Secondo quanto riferito dall'avvocato Daniel Bears, la Commissione intende provare che tutti i profitti generati dall'azienda al di fuori degli USA siano da attribuirsi alle divisioni irlandesi e dunque sottoposti al regime fiscale di quel paese. Dal momento che quei rami di Apple non si occupano di attività come creazione, sviluppo e gestione dei prodotti, le osservazioni della Commissione non possono essere accolte.
Contestualmente l'avvocato Richard Lyal, rappresentante legale della Commissione, ha definito irrilevanti le dichiarazioni di Apple, poiché l'Irlanda ha applicato quelle tasse esclusivamente alla divisione territoriale e non al gruppo nella sua interezza.
Secondo Lyal, lo stato irlandese non avrebbe vigilato, limitandosi ad avvallare una proposta avanzata dalla stessa Apple. L'Irlanda peraltro ha dichiarato che la decisione della Commissione non può considerarsi corretta e che la vicenda sia sorta a causa della mancata corrispondenza tra la tassazione statunitense e quella irlandese.