L'intelligenza artificiale generativa è il presente, non è il futuro, e molti editori stanno già iniziando a usarla per scrivere interi articoli per le loro pubblicazioni, purtroppo spesso pieni di errori. In realtà sono le compagnie dei vari ChatGPT e Bard a consigliare di non affidarsi completamente all'intelligenza artificiale e a controllare quello che scrivono, ma evidentemente alcuni non hanno recepito le indicazioni, presi dalla frenesia di poter avere centinaia di articoli al giorno a basso prezzo.
Uso scriteriato
Ad esempio l'utente Twitter @velocciraptor ha mostrato il pessimo uso di un'intelligenza artificiale fatto da io9 dell'editore G/O per un articolo, in cui in teoria doveva essere proposta la cronologia dei film e delle serie di Star Wars a uso dei nuovi spettatori. Peccato che l'IA abbia messo Star Wars: La guerra dei cloni dopo Star Wars: L'ascesa di Skywalker.
L'errore sarebbe anche perdonabile, considerando che lo ha commesso un'intelligenza artificiale, se qualcuno non avesse deciso di pubblicare comunque il pezzo senza apparentemente alcuna revisione. La situazione è diventata presto imbarazzante, con lo staff di io9 che ha subito preso le distanze dall'accaduto e il caporedattore James Whitbrook che ha dichiarato di aver saputo dell'articolo dieci minuti prima che andasse online. Inoltre ha spiegato che nessun membro di io9 ha a che fare con l'accaduto, per una scelta che appare essere piovuta dall'alto.
Il problema comunque c'è e i primi segni dell'uso delle intelligenze artificiali si stanno già facendo vedere, come il negozio del Kindle di Amazon straripante di pessimi libri scritti dalle IA o l'uso terrificante che ne è stato fatto in Secret Invasion di Marvel, che secondo alcuni ha una delle sigle più brutte degli ultimi anni.