Atomic Heart ha spaccato la critica, portandosi a casa valutazioni numeriche che vanno da 4 a 9,5: un range decisamente ampio, anche per uno dei classici "mixed bag" che vengono più o meno apprezzati a seconda della sensibilità del redattore di turno. Una cosa sembra però certa: il titolo sviluppato da Mundfish non è il nuovo BioShock.
Come riportato nelle scorse ore, i voti delle recensioni internazionali di Atomic Heart sono molto diversi fra loro: ci sono testate che hanno premiato convintamente il gioco del team russo, come GamingTrend e Shacknews; mentre altre lo hanno decisamente bocciato, vedi ad esempio TheGamer, GameRant e Twinfinite.
Nella nostra recensione di Atomic Heart abbiamo parlato di una produzione buona ma imperfetta, dotata di una lore piena di potenziale ma al contempo di una narrazione confusa, di un gameplay che può contare su feature interessanti (i poteri, in primis) senza che poi vengano sfruttate davvero.
Insomma, le aspettative di chi immaginava che il titolo d'esordio di Mundfish potesse replicare il fascino e la solidità delle meccaniche di un classico come BioShock sono andate inevitabilmente deluse. Del resto non sappiamo neppure se BioShock 4, il cui sviluppo appare travagliato, riuscirà in un'impresa così complicata, e lo stesso vale per il prossimo progetto di Ken Levine, Judas.
La verità è che caricare di hype produzioni esordienti come Atomic Heart è una pratica che fa senz'altro gioco al mercato videoludico e a tutto ciò che gli ruota attorno, ma ogni tanto dietro a campagne comunicative come queste dev'esserci anche un po' di sostanza. Diversamente il rischio è quello di restare sempre, tristemente, a bocca asciutta.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.