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Carlo Calenda fa mea culpa: per l'ex ministro "i videogiochi sono cultura"

Dopo diversi scivoloni, l'ex ministro dello sviluppo Carlo Calenda fa mea culpa e ammette di aver avuto una visione parziale: "i videogiochi sono cultura".

NOTIZIA di Luca Forte   —   24/08/2020

Dopo diversi scivoloni che lo hanno messo spesso nell'occhio del ciclone, l'ex ministro dello sviluppo Carlo Calenda fa una sorta di mea culpa. Su Twitter, infatti, ammette di aver avuto in passato una visione parziale su questo media e "i videogiochi sono cultura e bisogna capirli e conoscerli".

La saga di Calenda vs i videogiochi si arricchisce di un nuovo episodio. Questa volta, però, l'ex ministro dello sviluppo economico, ora leader di Azione, fa retromarcia e ammette di aver avuto in passato un atteggiamento sbagliato nei confronti dei videogiochi. Non solo, ha ammesso di aver espresso giudizi senza conoscere l'argomento, il che gli dava una visione parziale e sbagliata.

Calenda infatti, aveva debuttato con un delicato "I videogiochi sono una della cause dell'analfabetismo" per poi continuare a rifiutarli per i suoi figli, preferendo l'educazione siberiana. A tali uscite, ovviamente, la community di appassionati italiana aveva reagito veementemente, facendo notare l'arretratezza delle sue posizione e spingendo il politico a rivedere il suo pensiero.

"Sui videogiochi ho sempre avuto una visione parziale, è capitato anche a me, come a molti miei colleghi, di giudicare senza conoscere," è la nuova posizione dell'ex ministro. "Ma fanno parte anche loro della cultura, e bisogna capirli e conoscerli per capire e conoscere le generazioni presenti e future."

Che dire, in questo caso sposiamo completamente la posizione del leader di Azione e ci complimentiamo per aver ammesso un proprio errore, cosa non comune nella politica attuale. Nella speranza che da oggi in poi si faccia promotore di questa industria, una delle più ricche e dinamiche del mondo, che farebbe molto comodo ad un'economia statica e tradizionale come la nostra.

Soprattutto speriamo fortemente che questa sia una posizione condivisa dal politico e non una provocazione di Luca Bizzarri, il celebre comico che solo per oggi fa da social manager a Calenda.