La UK Gambling Commission ha respinto la correlazione tra casse premio e gioco d'azzardo. Nella relazione intitolata Young People and Gambling 2018, pubblicata questa settimana, è stato rilevato che tre bambini su dieci hanno fatto uso di loot box durante le loro abituali partite ai videogiochi; ciò è bastato per spingere vari organi d'informazione a confermare il nesso tra le due pratiche.
Intervenuto ai microfoni di GamesIndustry.biz, un portavoce della Commissione britannica per il gioco d'azzardo ha dichiarato che nel rapporto non viene affermato ciò. "Nel sondaggio non abbiamo parlato in alcun modo di esposizione al gioco d'azzardo. Il motivo per cui abbiamo posto questa domanda è che si tratta di un argomento molto popolare e vogliamo provare ad assicurarci di avere il maggior numero possibile di informazioni e dati", spiega la Commissione.
Per la prima volta, domande relative alla consapevolezza e all'uso della casse premio sono state aggiunte al sondaggio annuale, al quale partecipano circa 3000 bambini e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 16 anni.
Sebbene in precedenza la UK Gambling Commission abbia sollevato preoccupazioni sul tema, le loot box non possono considerarsi equiparabili al gioco d'azzardo. Il sondaggio rileva che negli ultimi quattro anni il numero di giocatori d'azzardo minori è quadruplicato, ma non ci sono connessioni specifiche con la casse premio.
"La confusione è insita nel fatto che in tutta Europa ci sono opinioni diverse", ha proseguito il portavoce. "Siamo più in linea con la posizione dell'Olanda, ovviamente anche il Belgio ha preso la sua posizione".
Nel sondaggio è stato rilevato che il 15% dei giovani di età compresa tra 11 e 16 anni è a conoscenza dei siti di scommesse, ma solo il 3% ha partecipato. La consapevolezza delle casse premio tra i bambini è considerevolmente più elevata, con il 54% che afferma di conoscerle e il 31% che le ottiene attraverso i propri genitori, tutori o con mezzi propri.