Vari paesi stanno analizzando la legalità delle casse premio all'interno dei videogiochi, a quanto pare arrivando a conclusioni nettamente diverse di caso in caso.
Dopo gli studi australiani e la presa di posizione netta del Belgio, per i quali le casse premio sono assimilabili al gioco d'azzardo vero e proprio, arriva una voce opposta da parte del Dipartimento di Giustizia dell'Irlanda, secondo il quale le casse premio non possono essere assimilate al gioco d'azzardo. Pur allineandosi alla posizione di altri 15 paesi con una condanna di tali soluzioni all'interno dei videogiochi, in Irlanda non si procederà però a livello legale contro questa soluzione di business, perché non vi sono i criteri per farlo.
Secondo quanto riferito, le casse premio rientrano "all'interno della normale legge sul consumatore" e non ricadono dunque nella legislazione sull'azzardo. Il punto focale, anche in questo caso, si trova nella questione del valore dei premi in denaro reale: poiché i premi non hanno un effettivo valore secondo la valuta standard reale (almeno secondo i sistemi ufficiali dei giochi) e dunque di fatto non consentono di vincere soldi, allora le casse premio non rientrano nell'azzardo. "Dove un gioco offre la possibilità di piazzare una scommessa o prendere un rischio per ricompensa in denaro all'interno dello stesso gioco, allora si tratta di un prodotto che rientra nell'azzardo", si legge nella relazione irlandese al riguardo, tuttavia "se un gioco offre acquisti in-game - siano casse premio, skin o altro - che vengono promosse ai giocatori come elementi che incrementano le possibilità di successo, questi acquisti sono essenzialmente un'attività di e-commerce o comunque commerciale", dunque non hanno a che fare con l'azzardo.