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La Cina raccoglie fondi per la produzione domestica di chip dopo i nuovi blocchi di EU e USA

USA ed EU stanno spingendo per una produzione interna di chip, bloccando anche la vendita di attrezzature alla Cina. La nazione asiatica deve quindi rispondere con una raccolta di fondi.

NOTIZIA di Nicola Armondi   —   28/05/2024
Bandiere USA e cinesi sullo sfondo, con sopra un chip

Stati Uniti e Unione Europea stanno cercando di rafforzare le produzione domestica di chip con nuove legislazioni e grandi investimenti, con anche una serie di restrizioni alla vendita di chip e strumenti di fascia alta in Cina, come ben sappiamo. Non sorprenderà quindi che è arrivata a stretto giro una risposta della nazione asiatica.

Secondo quanto riportato da Reuters, il China Integrated Circuit Industry Investment Fund, sostenuto dallo Stato, ha dichiarato di aver raccolto fondi per 344 miliardi di yuan (poco meno di 44 miliardi di euro), che saranno utilizzati per promuovere lo sviluppo e raggiungere l'autosufficienza dell'industria cinese dei chip.

La strategia di produzione dei chip della Cina

Il Ministero delle Finanze cinese è il maggior contribuente del fondo con una quota del 17%, mentre la China Development Bank Capital è il secondo azionista con una quota del 10,5%. Il resto del fondo è composto da altri diciassette contribuenti, tra cui cinque grandi banche cinesi.

La produzione di chip in Cina dovrà crescere
La produzione di chip in Cina dovrà crescere

Questa è in realtà la terza fase di finanziamento di quello che è conosciuto localmente come il "Grande Fondo". Il primo round del 2014 ha raccolto circa €20 miliardi, mentre il secondo round ha raccolto circa €28 miliardi nel 2019. La terza fase deve però essere applicata in modo più rapido in seguito all'intensificarsi di una serie di sanzioni e divieti sulla vendita di chip e attrezzature alla Cina.

Reuters riporta che la terza fase degli investimenti del "Grande Fondo" si concentrerà sullo sviluppo di attrezzature utilizzate per la produzione di chip.

Come sapevamo inoltre, la Cina si prepara ad abbandonare i chip Intel e AMD.