Anthropic ha introdotto una nuova funzionalità per il chatbot Claude che permette agli sviluppatori di creare, ospitare e condividere app basate sull'IA senza alcun costo aggiuntivo. Per il momento si tratta di una funzione in fase di test basata su Artifacts. Vediamo meglio tutti i dettagli in merito.
Come funziona
"Ora gli sviluppatori possono procedere più velocemente sulle loro app di intelligenza artificiale senza doversi preoccupare della complessità e dei costi di scalabilità per un pubblico in crescita", ha scritto Anthropic.
Ma cosa si può fare, effettivamente? Gli usi sono diversi, si parte dalla creazione di giochi basati sull'IA nei quali gli NPC ricordano le varie conversazioni. È possibile anche sviluppare applicazioni per l'analisi dei dati, creare assistenti alla scrittura per eventuali sceneggiature o documentazioni tecniche, gestire flussi di lavoro particolarmente complessi o sviluppare strumenti di apprendimento in grado di porre domande.
Insomma, in questo modo Claude non è limitato alla stesura o alla correzione del codice, ma ospita l'applicazione in tutte le sue forme. Tuttavia, al momento non è possibile interagire con API esterne e non è presente una funzionalità di storage. Inoltre, si tratta di un'API prettamente basata sul testo, ma per ora le premesse sembrano interessanti. Come già anticipato, poi, il creatore dell'applicazione non dovrà spendere soldi aggiuntivi. La funzione è disponibile nei livelli Free, Pro e Max di Anthropic.
L’addestramento dei modelli
Nel frattempo, in seguito a una complessa disputa sul copyright, un giudice federale si è pronunciato a favore di Anthropic e sostiene che l'uso di libri legalmente digitalizzati per l'addestramento dei suoi modelli è legittimo.
Tuttavia, Anthropic dovrà affrontare un processo separato per l'accusa di pirateria legata a milioni di libri acquisiti illegalmente da internet. Ricordiamo che la causa era stata intentata dagli scrittori Charles Graeber, Kirk Wallace Johnson e Andrea Bartz.