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Cyberpunk 2077: CD Projekt RED vuole rendere il crunch più umano per gli sviluppatori

Il crunch time è inevitabile anche nello sviluppo di Cyberpunk 2077, dice CD Project RED, ma la sua applicazione è più umana, non obbligatoria.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   19/05/2019
Cyberpunk 2077
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Il fatto che CD Projekt RED menzioni il crunch time come sostanzialmente necessario e al contempo sostenga di volerlo proporre in maniera "umana" è di per sé già una bizzarra contraddizione, ma questo è quanto riferito dal co-fondatore Marcin Iwiński a Kotaku sullo sviluppo di Cyberpunk 2077.

"Siamo conosciuti per il fatto di trattare i giocatori con rispetto", ha affermato Iwiński in una nuova intervista pubblicata dal suddetto sito, "Vorrei che fossimo conosciuti anche per il fatto di trattare gli sviluppatori con rispetto". Per questo motivo, il team polacco avrebbe intrapreso una politica di crunch non obbligatorio, anche per lo sviluppo di Cyberpunk 2077. Questo non significa che il lavoro è stato organizzato in modo tale da evitare completamente il famoso crunch time, ovvero la compressione dei tempi ottenuta attraverso un allungamento dei turni di lavoro da parte degli sviluppatori, che possono ritrovarsi a fare turni massacranti. Questo sistema è endemico nell'industria videoludica e anche CD Projekt RED sembra non poter evitarlo, ma avrebbe intenzione di renderlo più umano presentandolo come "non obbligatorio", a quanto pare. Si tratta dunque di una "politica di crunch non obbligatorio" che secondo il team dovrebbe porre al ripare CD Projekt RED da eventuali critiche sul fronte del trattamento dei lavoratori.

Che il crunch possa accadere è però un fatto che sembra inevitabile: "Ci stiamo già dirigendo verso quello", ha spiegato Iwiński, nonostante probabilmente manchi ancora un po' di tempo prima dell'uscita di Cyberpunk 2077. "Abbiamo riferito chiaramente a tutti che naturalmente ci saranno dei momenti in cui sarà necessario lavorare più duramente - come successo per la creazione della demo per l'E3 ad esempio - ma vogliamo essere più umani e trattare le persone con rispetto. Se hanno bisogno di prendersi del tempo, possono farlo, nessuno verrà giudicato male di fronte a una richiesta del genere".

Il problema, in questi casi, è che difficilmente una richiesta come l'allungamento dei turni di lavoro viene ufficialmente imposta dall'alto senza la possibilità di dire no. Il fatto è che comunque, di fronte a una richiesta del genere, il dipendente è solitamente tenuto ad accettare, per non incorrere magari in conseguenze negative per il proprio lavoro, cosa che ovviamente non verrebbe mai riportata in un'intervista. D'altra parte, anche nel report sulle condizioni lavorative degli sviluppatori Epic su Fortnite emergeva il fatto della non obbligatorietà dei turni allungati in crunch time, ma di fatto c'è un meccanismo psicologico che impone di sottostare a tali soluzioni.