Disney sta finalmente raccogliendo i frutti della sua strategia streaming. I dati finanziari relativi al secondo trimestre fiscale 2025 parlano chiaro: Disney+ e Hulu hanno generato insieme un utile operativo di 336 milioni di dollari, un netto balzo rispetto ai 47 milioni registrati nello stesso periodo dell'anno precedente. Questo risultato dimostra come la divisione streaming del gruppo - che include anche ESPN+ - stia diventando un asset sempre più solido e centrale per la strategia di crescita della compagnia.
Il punto di svolta si era già intravisto nell'agosto dello scorso anno, quando l'area streaming era diventata per la prima volta redditizia. Ora, con profitti in costante crescita, Disney si allinea alle performance delle rivali Paramount+, Peacock e Max, anch'esse diventate redditizie nel corso del 2024. Nonostante la concorrenza, però, l'obiettivo resta quello di raggiungere Netflix, che da tempo ha smesso di focalizzarsi sui numeri degli abbonati per concentrarsi invece sul margine operativo e sulla monetizzazione della piattaforma.
Aumenti di prezzo, stretta sugli account condivisi e nuovi abbonati
Uno dei fattori che ha inciso maggiormente sull'incremento dei profitti è stato l'aumento dei prezzi dei servizi streaming. Negli ultimi mesi Disney ha ritoccato verso l'alto i costi degli abbonamenti su tutte le sue piattaforme, affiancando a questa strategia una serrata politica contro la condivisione delle password. Proprio come Netflix, ora Disney richiede un supplemento mensile di 6,99 dollari per chi desidera condividere il proprio account con persone al di fuori del nucleo domestico (cosa che gli ha fatto però perdere un po' di abbonati).
Secondo quanto dichiarato dal CEO Bob Iger durante l'ultima conference call con gli investitori, anche Hulu sta iniziando a implementare la funzione di "condivisione a pagamento", segno che il modello sta diventando lo standard per tutti i servizi del gruppo. E i risultati si vedono: Disney+ ha guadagnato 1 milione di nuovi abbonati solo negli Stati Uniti e in Canada, portando il totale a 57,8 milioni in queste due aree. Una crescita che conferma la forza del brand, anche in una fase di consolidamento del mercato.
L'aumento della redditività dimostra che gli utenti sono disposti a restare nonostante i rincari, soprattutto se percepiscono un miglioramento nella qualità dell'offerta o nuove funzionalità che giustificano il prezzo.
L’ecosistema si espande con l’arrivo di ESPN in versione streaming
Parallelamente ai risultati economici, Disney continua a espandere e riorganizzare la sua offerta. Tra le novità più significative figura l'aggiunta di una sezione ESPN all'interno di Disney+, comprensiva anche di una versione "mini" del noto programma SportsCenter. Questa mossa fa parte di una strategia più ampia in vista del lancio di un servizio standalone dedicato interamente a ESPN, previsto per l'autunno 2025. Non sappiamo ancora se arriverà anche in Europa, sicuramente questa novità però farà felici gli abbonati americani.
Lo scopo è chiaro: offrire ESPN "nel modo in cui lo vogliono i consumatori, ovunque lo vogliano", parafrasando le parole dello stesso Iger. Un'espressione che ben riassume l'ambizione di Disney di rendere i propri contenuti sportivi fruibili in maniera totalmente on-demand, abbandonando progressivamente il vecchio modello della TV lineare.