Elon Musk ha deciso di non rallentare. Mentre cresce lo scetticismo su una possibile "bolla" dell'intelligenza artificiale, il fondatore di xAI rilancia e annuncia investimenti colossali per potenziare l'infrastruttura di calcolo della sua azienda. L'obiettivo? Costruire cluster IA capaci di raggiungere una potenza computazionale mai vista prima, con l'impiego di milioni di chip NVIDIA e una spesa stimata nell'ordine dei miliardi di dollari.
Colossus 2: la nuova centrale dell’intelligenza artificiale
La nuova creatura di xAI si chiama Colossus 2 e sarà operativa nel giro di poche settimane. Al suo interno troverete centinaia di migliaia di GPU NVIDIA Blackwell, in particolare le GB200 e GB300, cuore pulsante dell'ultima generazione di acceleratori IA. I numeri sono da capogiro: si parla di 550.000 unità già destinate al cluster, con una spesa stimata attorno ai 2000 miliardi di dollari, secondo le stime basate sulle dichiarazioni dello stesso Musk.
E non finisce qui: il piano quinquennale di xAI punta a raggiungere una capacità totale equivalente a 50 milioni di unità H100. Un'impresa che, se concretizzata, renderebbe Colossus il più grande sistema di intelligenza artificiale del pianeta, con una potenza di 200 exaFLOPS, venti volte superiore all'attuale supercomputer più veloce del mondo.
Una corsa a chi spende di più (e più velocemente)
xAI non è l'unica a muoversi in questa direzione, ma sicuramente è quella che lo sta facendo al ritmo più sostenuto. OpenAI ha annunciato l'intenzione di portare online oltre 100 milioni di chip IA nei prossimi anni. Meta, dal canto suo, sta costruendo enormi data center con cluster IA da diversi gigawatt di potenza. In mezzo a tutto questo, NVIDIA si conferma il fornitore preferito da chi vuole stare in cima alla nuova gerarchia del potere computazionale.
Con l'interesse crescente anche da parte dei governi - che puntano allo sviluppo di soluzioni "sovrane" - la domanda di chip da parte di clienti come xAI, OpenAI e Meta è destinata a mantenersi elevata ancora a lungo. E il ruolo di NVIDIA appare sempre più strategico, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche geopolitico.