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Google Foto porta gli sticker personalizzati ma solo su iOS

La nuova funzione permette di ritagliare automaticamente i soggetti delle foto e trasformarli in adesivi da usare nelle chat.

NOTIZIA di Simone Lelli   —   28/08/2025
Google Foto

Con l'ultimo aggiornamento, Google Foto consente di creare sticker direttamente dalle immagini salvate nella galleria, eliminando in automatico lo sfondo. Il risultato è un adesivo pronto da incollare o condividere in app come WhatsApp, Instagram o iMessage. Per ora, però, l'opzione è esclusiva di iPhone e iPad con iOS 17 o superiore.

Una scelta che fa discutere

Il paradosso è evidente: Google introduce una funzione attesa e "di tendenza", ma la riserva agli utenti iOS. Una decisione che sembra pensata per rendere più competitivo Google Foto rispetto all'app Foto nativa di Apple, che da tempo offre un sistema simile. Sul fronte Android, invece, non c'è alcuna novità, nonostante brand come Samsung abbiano già introdotto da anni strumenti quasi identici.

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Il funzionamento è semplice: aprendo una foto su iOS, il soggetto viene automaticamente contornato da un effetto grafico. Basta un tocco prolungato per generare lo sticker, che si può copiare negli appunti o inviare direttamente nelle app di messaggistica. L'unico limite è che gli adesivi creati non possono essere modificati: vanno usati così come sono.

In attesa della versione Android

Difficile non leggere questa mossa come un segnale preciso: Google vuole che gli utenti iPhone continuino a usare Foto, invece di limitarsi all'app integrata di Apple. In questo senso, il rilascio esclusivo su iOS appare come una mossa strategica. Ma resta l'amaro in bocca: perché ignorare la base utenti Android, che rappresenta la spina dorsale dell'ecosistema Google?

Il logo di Google Foto
Il logo di Google Foto

Per ora, Google non ha fornito date né conferme per un rilascio su Android. Gli utenti dovranno accontentarsi della promessa implicita che, prima o poi, la funzione arriverà anche sui loro dispositivi. Nel frattempo, resta l'impressione che Google abbia deciso di corteggiare il pubblico Apple, rischiando però di irritare la sua community più fedele.