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Google sotto indagine dell’UE: uso sleale dei contenuti per addestrare l’IA

Nelle scorse ore la Commissione Europea ha annunciato l'avvio di un'indagine formale per accertare se Google abbia sfruttato contenuti di editori - senza compensi o possibilità di rifiuto - per addestrare l'IA.

NOTIZIA di Stefania Netti   —   10/12/2025
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La Commissione Europea ha annunciato di aver avviato un'indagine antitrust su come Google ha addestrato i suoi modelli di intelligenza artificiale. Nel mirino c'è l'ipotesi che abbia utilizzato i contenuti di editori e creatori per sviluppare la propria IA, senza alcun consenso o retribuzione, e senza possibilità di opporsi senza perdere traffico da Google Search. Quest'ultima, in realtà, non è una vera e propria novità. Ve ne abbiamo già parlato di recente, dato che Google è stata accusata più volte di monopolio a discapito di siti web che dipendono letteralmente dal traffico di Google Search. Facciamo il punto della situazione.

Comportamento anticoncorrenziale

La Commissione Europea ha avviato l'indagine per valutare se Google abbia violato le norme dell'UE per quanto concerne la concorrenza. Si crede infatti che siano stati utilizzati i contenuti degli editori web per sviluppare i modelli di intelligenza artificiale, quindi addestrarli, mettendo in una posizione di svantaggio gli sviluppatori concorrenti.

Secondo quanto riportato ufficialmente, i sospetti sono i seguenti:

  • Utilizzo di contenuti degli editori web per fornire servizi basati sull'IA senza un adeguato compenso (o senza possibilità di rifiutare tale utilizzo)
  • Utilizzo di video e altri contenuti caricati su YouTube per addestrare l'IA senza offrire la possibilità di rifiutarsi

I creatori di contenuti che caricano video su YouTube hanno l'obbligo di concedere a Google il permesso di utilizzare i loro dati anche per l'addestramento di modelli IA. Allo stesso tempo, le politiche di YouTube - si legge - impediscono agli sviluppatori concorrenti di utilizzare i contenuti di YouTube per migliorare i propri modelli di IA.

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"Se confermate, le pratiche oggetto dell'indagine potrebbero violare le norme dell'UE in materia di concorrenza che vietano l'abuso di posizione dominante (articolo 102 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea ("TFUE") e l'articolo 54 dell'accordo sullo Spazio economico europeo ("SEE"). La Commissione procederà ora con urgenza a un'indagine approfondita. L'avvio di un'indagine formale non pregiudica il suo esito".

Anche X nel mirino

Proprio qualche giorno fa la Commissione Europea ha multato X per 120 milioni di euro per violazione del DSA (Digital Services Act). X avrebbe violato gli obblighi di trasparenza, avrebbe introdotto un design ingannevole applicato alla spunta blu e ci sarebbe stata una mancata collaborazione con i ricercatori nell'accesso ai dati pubblici. La questione della spunta blu crea confusione, secondo la Commissione, in quanto rappresenterebbe account ufficiali e affidabili quando in realtà il simbolo è semplicemente acquistabile da chiunque.

L'Unione Europea multa X di 120 milioni: le spunte blu sono state ritenute ingannevoli L’Unione Europea multa X di 120 milioni: le spunte blu sono state ritenute ingannevoli

La mancata trasparenza, invece, si basa sul fornire accesso ai dati pubblici affinché si possano permettere studi indipendenti sull'impatto dei contenuti, sull'efficacia dei sistemi di moderazione e sulle campagne di disinformazione. Ciò significa compromettere la possibilità di monitorare le strategie contro potenziali contenuti dannosi.