Death Stranding 2: On the Beach non è arrivato ancora nei negozi, ma Hideo Kojima afferma di avere già delle idee per un altro sequel. Tuttavia, al tempo stesso ha precisato che non sarà lui a dirigere i lavori in prima persona su un potenziale Death Stranding 3, se mai si farà.
Il celebre game designer lo ha svelato in un'intervista con Video Games Chronicle, in cui ha parlato del concept che ha portato alla realizzazione del secondo gioco e di come teoricamente sarebbe possibile realizzare un numero infiniti di sequel di Death Stranding.
Troppi progetti e troppo poco tempo?
"Se usassi il concept dei Plate Gate, potrei realizzare un numero infinito di sequel", ha detto Kojima. "Io, ovviamente, non ho nessuna intenzione di farlo, ma ho già delle idee per un altro sequel. Non ho intenzione di realizzarlo io stesso, ma se lo passassi a qualcuno, probabilmente potrebbe realizzarlo.
Kojima non ha offerto altri dettagli in merito la questione. Sappiamo che il designer ha in cantiere altri progetti, come Physint e OD, e in un'intervista dello scorso anno ha ammesso di non sapere per quanto ancora continuerà a sviluppare i videogiochi ed è arrivato anche al punto di pensare di ritirarsi dopo essersi ammalato nel 2020 e aver subito un intervento chirurgico.
Per l'occasione aveva dichiarato "l'anno scorso ho compiuto 60 anni. Ne compirò 70 tra dieci anni. Spero di non andare mai in pensione". Insomma, Kojima potrebbe essere arrivato alla conclusione che non può o non vuole gestire tutti progetti che desidera e dunque un eventuale Death Stranding 3 (che, precisiamo, è tutt'altro che confermato) potrebbe essere affidato a qualcun altro.
Le idee alla base di Death Stranding 2
Nella stessa intervista Kojima ha parlato anche di come è nata l'idea per Death Stranding 2: On the Beach e di come la pandemia ha influenzato il gioco.
"Abbiamo pubblicato Death Stranding prima della pandemia COVID-19", ha spiegato Kojima. "Il mondo si stava dirigendo verso l'isolamento e la divisione, come ad esempio l'uscita del Regno Unito dall'UE. Quindi ho detto: 'Connettiamoci. Se non ci connettiamo, andremo incontro a un disastro'. Questo era il tema, la storia e il gameplay di Death Stranding.
"Dopo l'uscita, appena tre mesi dopo, siamo entrati nella pandemia e sono rimasto davvero sorpreso: in un certo senso sembrava proprio Death Stranding. Nel mondo reale - il 21° secolo - abbiamo qualcosa di simile alla Rete Chirale, che è Internet. È stato un po' diverso rispetto al 19° secolo, come nel caso dell'influenza spagnola o simili. Siamo sopravvissuti alla pandemia grazie a Internet e le persone erano connesse online".
Kojima afferma che la stessa connessione che si è creata tra le persone durante il Covid, ora sta dividendo l'umanità, e che ha voluto affrontare questo tema a modo suo in Death Stranding 2: On the Beach.
"È successo che ora nel nostro studio ci sono persone che lavorano da casa, e ancora non conosco i loro volti. Anche i concerti musicali sono stati cancellati e tutto è diventato streaming online. Capisco che questo fosse inevitabile al momento della pandemia. La stessa cosa vale per la scuola: invece di giocare con gli amici o di imparare dagli insegnanti, si guarda solo uno schermo online, che non è diverso dal guardare i video di YouTube.
"Tutto si è spinto verso il metaverso. Quando accendevi la TV, tutti parlavano di come fosse ormai l'era del metaverso e non ci fosse bisogno di interagire con le persone. Sentivo che stavamo imboccando una strada terribile. La comunicazione tra esseri umani non è fatta in questo modo. Si incontrano persone per caso o si vedono cose che non ci si aspettava di vedere. Con la strada che stavamo prendendo, si sarebbe perso tutto questo".
"È una cosa stranissima. Dopo aver creato un gioco con il tema 'connettiamoci invece di dividerci e isolarci', c'è stata la pandemia e ho cominciato a pensare: 'Forse non è una buona cosa connettersi così tanto'", ha detto.
"Si torna alla teoria del bastone e della corda. Nel gioco ci sono molte prefigurazioni, quindi sono sicuro che molti di voi capiranno quando giocheranno, e lo sapranno alla fine. Le cose che ho provato durante la pandemia - c'è un personaggio nel gioco che esprime questi sentimenti.
"Il logo è un indizio: si può vedere nel logo di Death Stranding che i fili provengono da sotto il logo - con il tema 'Connettiamoci'. Questa volta, in Death Stranding 2, si vede che i fili provengono da sopra il logo. È come il logo del Padrino.
"Anche nel corso del gioco, si vedono fili provenienti da molte persone, come Dollman e i soldati mech. Sono tutte allusioni. Quando si inizia a pensare davvero a cosa significhi connettersi, si inizia a chiedersi... Questo è tutto ciò che dirò per ora".