In occasione della nuova edizione di Games in Italy, organizzato da IIDEA, sono stati diffusi un po' di dati riguardanti l'industria videoludica in Italia, che si dimostra "sana e in crescita", come riferito dalla sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, la quale ha anche evidenziato come i videogiochi rappresentino prodotti culturali utilizzati nei musei e che dovrebbero essere implementati anche a scuola.
Si tratta indubbiamente di un punto di vista sui videogiochi piuttosto differente da quello espresso da altri elementi del medesimo governo, che risulta interessante perché investe il medium di un valore educativo e culturale al di là della questione puramente economica che è stata dibattuta nel corso dell'evento.
Come abbiamo visto, i ricavi dei videogiochi in Italia sono cresciuti nel 2024, ma risultati positivi sono arrivati anche dallo sviluppo di videogiochi nel nostro paese, che sta dimostrando una certa crescita anche quello, spingendo le istituzioni a supportare tale segmento.
Videogiochi nei musei e a scuola
"Il rapporto presentato restituisce l'immagine di un'industria sana e in espansione, come testimoniato dalla crescita registrata sia lato imprese sia in termini di consumatori", ha detto Borgonzoni, che ha anche confermato per il 2025 l'importo di 12 milioni di euro di tax credit per l'industria videoludica, in linea con quanto riportato per il Fondo Cinema.
È interessante però anche la visione che emerge sul valore culturale ed educativo: "Si tratta di un settore che ha la capacità di valicare i confini del mero intrattenimento, pensiamo ad esempio all'utilizzo nei musei o nelle scuole", ha riferito la Sottosegretaria alla Cultura.
"Il Ministero della Cultura tiene in grande considerazione lo sviluppo delle eccellenze videoludiche del nostro Paese e promuove politiche per sostenerle e valorizzarle". Ha anche riferito che "I videogiochi sono cultura. Servono nei musei dove vengono usati come strumenti per poter avvicinare i bambini".
"Mi auguro che i videogiochi - prosegue Borgonzoni - possano trovare presto spazio di utilizzo anche nelle scuole allo scopo di avvicinare i ragazzi che magari hanno difficoltà nell'apprendimento ma che appassionandosi diventano gli studenti migliori proprio su quelle materie. Ne ho già parlato anche varie volte con il ministro Valditara".
Proprio quest'ultimo, ministro dell'Istruzione, aveva recentemente dimostrato una visione decisamente diversa sui videogiochi almeno sul fronte educativo e culturale, più in linea con la visione tradizionale di buona parte della politica.