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IA per migliorare la narrazione: il commento dell'autore di The Last of Us criticato da alcuni sviluppatori

Non hanno tardato ad arrivare le reazioni negative, da parte degli addetti ai lavori, al commento di Neil Druckmann sull'uso dell'IA nella narrazione.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   24/05/2024
Neil Druckmann, capo di Naughty Dog

Non c'è voluto molto per vedere le prime reazioni piuttosto negative di alcuni sviluppatori al recente commento di Neil Druckmann, capo di Naughty Dog nonché co-autore di The Last of Us, sul fatto di utilizzare l'intelligenza artificiale per migliorare la narrazione nei videogiochi.

L'argomento è al centro del dibattito in diversi ambiti e in particolare nello sviluppo dei videogiochi, dove l'IA sembra trovare terreno particolarmente fertile per prosperare come supporto per gli sviluppatori, come dimostrano i primi dati che parlano di un utilizzo già da parte di più della metà degli studi di sviluppo.

Ricapitolando, Neil Druckmann ha riferito che l'IA permetterà a Naughty Dog di "spingere i confini della narrazione nei giochi", nel contesto della presentazione, da parte di Sony, della sua visione sul futuro dell'intrattenimento, che ovviamente riguarda anche PlayStation e i videogiochi. In particolare, l'IA potrebbe aiutare nella costruzione di dialoghi più profondi e con interazioni meno limitate, oltre a ridurre sensibilmente costi e tempi di sviluppo.

Nel suo ruolo di capo di uno dei team di punta di PlayStation Studios, Druckmann ha probabilmente vestito un po' i panni del corporate man in questo caso, allineandosi sulla prospettiva della compagnia sulle "magnifiche sorti e progressive" della tecnologia applicata allo sviluppo videoludico.

Le reazioni di alcuni sviluppatori

Tuttavia, la questione non è stata fatta cadere nel vuoto: alcuni sviluppatori hanno subito dimostrato un certo disappunto per le parole di Druckmann sull'uso positivo dell'IA generativa nella scrittura dei giochi, in particolare David Gaider, tra gli autori della serie Dragon Age, il quale ha evidenziato come l'idea propugnata da Druckmann sui vantaggi dell'IA sia tutta rivolta verso la "direzione".

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In sostanza, l'IA avrebbe la funzione di fare da sottoposto all'idea generale di un regista, che in questo modo avrebbe meno problemi con il fatto di dover gestire un gruppo di sviluppatori, in quanto l'idea del singolo può essere sviluppata dall'IA, una volta date delle linee guida da seguire.

"Questo ignora completamente il concetto di collaborazione", ha spiegato Gaider, perché "Tutta quella gente che ora lavora sotto un direttore", sostanzialmente "sono anche loro dei narratori, e amano creare giochi, non devono essere considerati un impedimento da mettere da parte in favore di una IA che dice sempre sì".

In ogni caso, Gaider ha riferito che il concetto espresso da Druckmann ha degli elementi condivisibili, perché "la direzione ovviamente è importante nel game design", ma si augura anche che "l'IA non venga vista come una sorta di bacchetta magica", in questo senso.

Allo stesso modo, Nessa Cannon, narrative designer che al momento sta lavorando a , ha riferito che vorrebbe vedere Druckmann dimostrare come "il fatto di mettere insieme pezzi di libri e lavori rubati in giro", ovvero - sintetizzando in maniera sarcastica - il lavoro che fa l'IA generativa sui testi al momento, possa risultare "rivoluzionario".

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Decisamente meno parole ma forse anche un impatto maggiore arriva invece da un post di Josh Sawyer, director di Obsidian e responsabile di titoli come Fallout: New Vegas e Pentiment, che ha risposto all'uscita di Druckmann con una semplice immagine.

Si tratta della foto-meme di José Mourinho che si toglie le cuffie con un'aria decisamente infastidita, diventata una sorta di risposta standard da utilizzare nei confronti di affermazioni con cui si è ben poco d'accordo.