Il Financial Times ha intervistato il capo di PlayStation Studios, Hermen Hulst, sull'attuale strategia di Sony per la gestione dei suoi team di sviluppo, da cui sono emerse informazioni sui live service e l'intenzione di puntare a una varietà di giochi ed esperienze per i first party.
Il famoso cambio di rotta verso i live service, tanto pubblicizzato all'epoca di Jim Ryan, ha portato con sé una notevole quantità di fallimenti e cancellazioni, ma questo non sembra aver comunque cambiato più di tanto la visione di Sony sulla pianificazione interna dei giochi, sebbene le dichiarazioni ora appaiono decisamente più misurate per quanto riguarda questa tipologia di produzioni.
Tra le righe di quanto dichiarato da Hulst nella nuova intervista è facile intravedere come la spinta verso i live service sia ancora ben presente, anche se il tutto viene ora maggiormente celato sotto un tono meno appassionato su questo fronte, mettendo in rilievo soprattutto la volontà di offrire esperienze diversificate e sfruttare il potenziale trans-media dei titoli.
Un controllo più rigoroso delle produzioni
"Il numero di giochi live service non è così importante", ha affermato Hulst nell'intervista, interrogato sull'argomento, "Quello che è importante per me è avere una certa diversità di esperienze per vari giocatori e una certa quantità do comunità".
L'idea di Sony sembra dunque di voler offrire giochi più vari, per cercare di espandersi verso ogni fascia di pubblico possibile, smarcandosi forse dalla costruzione classica dei single player cinematografici per offrire una maggiore quantità di generi ed esperienze diverse.
"Abbiamo recentemente messo in atto un sistema di testing più rigoroso e frequente", ha spiegato Hulst, "Il vantaggio che deriva da ogni fallimento è il fatto che ora le persone si rendono conto di quanto sia necessario un sistema di controllo".
A un anno dal clamoroso flop di Concord, in sostanza, sembra che Sony abbia deciso per un controllo più rigoroso delle produzioni di PlayStation Studios, per evitare ulteriori fallimenti o che questi possano provocare danni economici maggiori.
Contemporaneamente, "Non voglio che i team vadano solo sul sicuro", ha riferito il capo di PlayStation Studios, sebbene non sia ben chiaro come sia possibile avere maggiore controllo, minori fallimenti e una maggiore sperimentazione tutto insieme.
C'è comunque uno studio maggiore sulla costruzione delle proprietà intellettuali: "Abbiamo un approccio più intenzionale sulla creazione delle proprietà intellettuali", ha riferito Hulst, un sistema che porti a "capire come un nuovo concept possa essere trasformato in un franchise iconico per PlayStation, che possa espandersi oltre i videogiochi".
La creazione di giochi rientra dunque in un processo più ampio e complesso che riguarda anche le operazioni trans-media, con la possibilità di trasformare i titoli in franchise fruibili anche come film, serie TV ed anime.