Apple ha rivisto l'interfaccia della schermata sveglia con iOS 26, dando una rinfrescata estetica all'app Orologio. Il nuovo stile, coerente con la grafica trasparente e luminosa che caratterizza l'intero sistema operativo, propone due pulsanti - Interrompi e Posticipa - di pari dimensioni e allineati in basso allo schermo. Una scelta che, a prima vista, può sembrare una semplificazione utile. Ma proprio questa simmetria rischia di giocare brutti scherzi a chi si sveglia con il telefono in mano e ancora mezzo addormentato.
Nel tentativo di creare un'interfaccia più pulita e uniforme, Apple potrebbe aver inavvertitamente riproposto un problema già noto agli ingegneri dell'azienda: quello di premere il pulsante sbagliato nei momenti di maggiore disattenzione.
Quando la grafica vince sull’ergonomia
Nel passato, le versioni di iOS proponevano una sveglia in cui il pulsante Posticipa era ben visibile e centrato, mentre quello per fermare l'allarme era piccolo e più distante, così da evitare errori. La logica era chiara: rendere più semplice rimandare la sveglia, ma più difficile disattivarla del tutto senza pensarci. Questo accorgimento nasceva da test interni, con analisi dettagliate su dove gli utenti toccavano lo schermo appena svegli. I risultati indicavano chiaramente che, quando Stop e Snooze avevano dimensioni simili, la probabilità di spegnere l'allarme per errore aumentava in modo significativo.
Ora, con iOS 26, Apple sembra aver ignorato quegli studi, puntando tutto su un'interfaccia più armoniosa e coerente con il resto del sistema. È una scelta che fa discutere: quanto è utile un design bello ma potenzialmente meno funzionale?
Finalmente lo snooze è personalizzabile
A compensare il rischio, però, arriva un miglioramento atteso da tempo: con iOS 26 è ora possibile decidere la durata dello snooze, scegliendo tra 1 e 15 minuti. Addio al limite fisso dei 9 minuti, misterioso retaggio del passato. Ora ogni utente può adattare l'intervallo di pausa alle proprie abitudini - che si tratti di svegliarsi dolcemente o di sfruttare ogni secondo di sonno possibile.
Questa modifica, piccola ma significativa, rappresenta un raro esempio di controllo reale sull'esperienza utente, una concessione utile in un contesto dove la personalizzazione può davvero fare la differenza.