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League of Legends, Riot non vuole che i giocatori professionisti parlino di 'temi sensibili'

Riot Games ha chiesto ai giocatori professionisti di League of Legends di non affrontare temi sensibili durante i mondiali, per non ripetere il caso Blizzard.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   12/10/2019

John Needham di Riot Games, responsabile del settore esport di League of Legends, ha diramato un comunicato stampa per ricordare ai giocatori professionisti e ai presentatori di evitare di parlare di temi sensibili durante le trasmissioni del mondiale 2019.

I temi da evitare includono la politica e la religione. Stando a quanto scritto, le proprie convinzioni devono rimanere separate dal torneo, visto che non è uno spazio adeguato per rappresentarle come si deve.

Insomma, lo sviluppatore di League of Legends vuole evitare problemi come quelli accaduti a Blizzard, che hanno portato a un'escalation di reazioni, arrivando a coinvolgere anche la politica USA. Per questo è meglio non parlare di Hong Kong o di qualsiasi altro tema potenzialmente esplosivo.

Il messaggio di Riot sembra essere pieno di buone intenzioni, ma visto che la compagnia è di fatto in mano alla Cina (l'80% delle quote è di Tencent), molti hanno letto nel comunicato stampa l'ennesima ingerenza del governo cinese sul mondo dei videogiochi. Traduciamo: secondo i critici Tencent vuole mettere a tacere le possibili proteste pro Hong Kong per non avere problemi con il governo cinese.

La situazione va complicandosi sempre più e, visto il successo degli esport in Cina e la ricchezza di quel mercato, casi simili rischiano di diventare la regola nei prossimi anni.