La Polizia della Prefettura di Chiba, in Giappone, ha deciso il 20 novembre di deferire alla procura un uomo di 27 anni. È sospettato di aver violato la legge sul copyright utilizzando un'immagine generata da un'IA senza il permesso del "creatore" originale. Secondo i media giapponesi, questo è il primo caso a livello nazionale in cui un'immagine generata da intelligenza artificiale viene considerata idonea a essere qualificata come opera protetta da copyright e, di conseguenza, il suo utilizzo potenzialmente una violazione della Legge sul Diritto d'Autore.
Legislazione ancora tutta da definire
Come riportato dallo Yomiuri Shimbun, il creatore originale dell'immagine l'aveva generata usando il modello Stable Diffusion alla fine di agosto 2024. Il sospettato avrebbe preso l'immagine e l'avrebbe utilizzata come copertina di un libro, senza il consenso del creatore.
In un documento intitolato "Comprensione generale su IA e copyright in Giappone", l'Agenzia per gli Affari Culturali giapponese afferma che la qualificazione delle opere generate dall'IA come opere creative dipende da una valutazione complessiva di fattori quali la quantità e il contenuto dei prompt forniti all'IA e il numero di iterazioni prodotte.
Il creatore dell'immagine-la cui opera sarebbe stata violata-ha dichiarato alla polizia di aver fornito oltre 20.000 prompt a Stable Diffusion per creare l'immagine in questione, inclusi diversi comandi dettagliati e revisioni. Sulla base di questa testimonianza, la polizia ha deciso di deferire il caso alla procura con l'accusa di violazione del copyright. Allegando inoltre un parere in cui si chiede una "punizione severa".
Anche se al momento non esiste alcun verdetto, l'avvocato Kensaku Fukui, esperto di IA e controversie sul copyright citato dallo Yomiuri Shimbun, ritiene che se i prompt utilizzati contengono specifiche sufficientemente concrete e dettagliate, l'output può qualificarsi come opera protetta da copyright, perché il risultato dovrebbe essere più corrispondente all'intento dell'utente. In tali casi, afferma Fukui, "ciò che conta è se l'essere umano dà istruzioni potendo prevedere in modo specifico il risultato."