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Microsoft con Samsung, Activision Blizzard scappa da GeForce Now: le manovre nella guerra dello Streaming

Alla luce anche degli ultimi annunci ed eventi, si profila una guerra serrata per la supremazia nell'ambito del cloud gaming e dei servizi di streaming videoludico, in parte già in atto.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   12/02/2020

La guerra dei servizi in streaming si combatte già ad alti livelli, anche se per il momento resta silenziosa, una sorta di guerra per procura di cui il grande pubblico non è ancora a conoscenza ma che si sta combattendo ormai da anni. Phil Spencer l'ha detto chiaramente qualche giorno fa: Amazon e Google sono i principali concorrenti di Microsoft a questo punto, non più Sony o Nintendo. Sebbene possa sembrare una dichiarazione di comodo per defilarsi dalla console war della vendita delle console, che vede la casa di Redmond perdere nettamente nei confronti della concorrenza, sarebbe superficiale liquidare la questione interamente in questo modo. "Abbiamo investito decine di miliardi di dollari nel cloud in questi anni", ha spiegato Spencer durante quell'intervista a Protocol da cui è emersa la discussa affermazione, perché alla fine quello che conta è lottare su un nuovo campo di battaglia, quello delle tecnologie che consentiranno di raggiungere "7 miliardi di persone in tutto il mondo".

Vista in questo modo, la questione assume in effetti una consistenza notevole: gli ingenti investimenti fatti nello sviluppo della tecnologia per il cloud gaming vanno ben al di là di un semplice vezzo per l'innovazione, destinato a rappresentare un fuoco di paglia. Ci vorrà tempo per l'affermazione dello streaming, questo l'abbiamo visto bene anche dal fallimento delle prime iniziative di questo tipo, ma il suo successo futuro sembra inevitabile e gli sforzi profusi da compagnie gigantesche come Microsoft e Google sembrano confermare questa tendenza. In quest'ottica, ogni singola manovra che emerge in quest'ambito da parte dei principali attori sul mercato va presa come una mossa strategica in uno scacchiere globale, che copre praticamente l'utenza potenziale di tutto il mondo. La collaborazione con Xbox emersa ieri nel corso dell'evento Samsung, destinata a portare Project xCloud su Samsung Galaxy S20, S20 e Ultra è stata particolarmente evidente, anche perché esplicita in maniera inaspettata, vista la fase ancora di test del servizio Microsoft, ma fa subito capire a cosa siamo destinati ad andare incontro nei prossimi anni.

Xcloud


A dire il vero l'entità di questa collaborazione è ancora tutta da chiarire, considerando che xCloud dovrebbe funzionare tranquillamente su tutti i dispositivi Android a prescindere dalla loro marca, ma è chiaro che ci dev'essere dietro soprattutto una strategia di marketing e forse qualche canale preferenziale dal punto di vista tecnologico per utilizzare il servizio sui nuovi smartphone di Samsung, destinati peraltro a coprire una fetta importante del pubblico nell'immediato futuro, almeno nei mercati chiave per Microsoft. Più enigmatica è invece l'altra notizia riguardante questo ambito emersa proprio nelle ore scorse, ovvero l'eliminazione di tutti i titoli Activision Blizzard dal catalogo di Nvidia GeForce Now. Per certi aspetti, questa mossa sembra rappresentare un precedente inquietante per i servizi di giochi in streaming, perché mostra in maniera effettiva come il catalogo possa modificarsi e ridursi, perdendo all'improvviso degli attori di primo livello sul mercato videoludico, in base a motivazioni e accordi che non sono nemmeno noti agli utenti, né più di tanto prevedibili.

Forse mancavano delle autorizzazioni necessarie per i titoli Activision Blizzard? Quest'ultima non ha rinnovato la concessione per l'uso dei propri giochi in streaming su GeForce Now? Un'altra possibilità è che il publisher si sia accordato per concedere i propri titoli in esclusiva su altri servizi (magari proprio Google Stadia) oppure che abbia addirittura intenzione di lanciare un proprio servizio di streaming sul proprio catalogo di giochi, considerando che la compagnia potrebbe essere in grado di sostenere, almeno in parte, il costo di gestione di una tale infrastruttura. In questo senso, la prospettiva più inquietante sarebbe uno spezzettamento estremo del mercato dei giochi in streaming in tanti sotto-servizi più capillari, anche se la possibilità di mantenere un'infrastruttura server in grado di garantire una buona fruizione non è proprio una cosa da tutti, in ambito videoludico. In ogni caso, l'idea è che nei prossimi mesi e anni ne vedremo delle belle su questo fronte, fermo restando il fatto che console e PC tradizionali non sembrano proprio a rischio estinzione, per il momento.