Netflix ha annunciato oggi che metterà a disposizione ciclicamente dei giochi gratis per gli abbonati al servizio in possesso di dispositivi Android, ma non si tratta - clamorosamente - di contenuti in streaming bensì di normali download, ergo di software da scaricare e installare localmente.
Come abbiamo riportato, i primi cinque giochi disponibili gratis in Italia sono Stranger Things 3: Il gioco (qui la nostra recensione), l'action in stile retrò Stranger Things: 1984, il puzzle game Card Blast, l'arcade a base fisica Teeter Up e il casual game sportivo Shooting Hoops.
Non parliamo insomma di titoli dallo straordinario valore produttivo né di clamorosi blockbuster, che è la seconda cosa che suona strana in questa operazione. In genere, infatti, mosse di questo tipo vengono caratterizzate dall'inclusione di giochi di alto profilo, in grado talvolta di spingere ulteriormente gli abbonamenti grazie alla loro popolarità.
I cinque titoli messi a disposizione da Netflix sono invece tutte produzioni interne della piattaforma streaming, esperienze dai connotati piuttosto semplici con l'unica eccezione del già citato Stranger Things 3: Il Gioco, che pur vantando una grafica in pixel art risulta essere senza dubbio il prodotto più corposo e sfaccettato del lotto.
Insomma, la sensazione è che il colosso americano voglia procedere in punta di piedi, molto gradualmente, e ci aspettiamo che l'offerta ludica cresca di pari passo con le ambizioni di questo interessante extra per gli abbonati. Probabilmente molto dipende da come questi contenuti verranno accolti dagli utenti, se i feedback saranno positivi e così via.
Una strategia legittima, ma rimane il fatto che l'azienda per eccellenza quando si tratta di contenuti in streaming non ha voluto optare per questa tecnologia al fine di offrire i propri giochi al maggior numero di persone possibile, indipendentemente dai dispositivi in loro possesso. Parliamo di un concetto che è stato portato avanti convintamente da Google Stadia, da Microsoft con il suo Cloud incluso con Xbox Game Pass, da NVIDIA e, pur con qualche variazione sul tema, da Amazon Luna e da PlayStation Now.
Servizi che farebbero di tutto per poter contare sulla base installata di Netflix (che nel 2020 contava quasi 200 milioni di iscritti paganti) e sulla sua qualità di trasmissione, e che a questo punto dovrebbero magari fermarsi a riflettere sull'opportunità di investire molte risorse su di un formato che stenta a decollare per tutta una serie di motivi.
Voi che ne pensate della mossa di Netflix? Cosa sarebbe lecito attendersi da questo extra per gli abbonati? Vi ha sorpreso il fatto che si tratti di contenuti da scaricare e non in streaming? Parliamone.