Il DGX Spark di NVIDIA è stato presentato come un Mini PC orientato ai carichi di intelligenza artificiale, una piattaforma compatta destinata a sviluppatori e professionisti che in Europa, con la configurazione "Founders Edition", arriva a 4.180 € sullo store ufficiale. Non nasce come macchina da gioco, ma a quanto pare qualcuno ha già iniziato a testarne le potenzialità anche in ambiti non previsti dal progetto originale, scoprendo risultati inattesi.
Combinando architettura ARM, GPU Blackwell e un sistema operativo basato su Linux, Spark rappresenta una soluzione particolare nel panorama dei PC compatti. Le prime prove di gaming avevano mostrato limiti significativi, lasciando spazio a dubbi sulla reale versatilità del sistema. Tuttavia nuove configurazioni e strumenti di compatibilità hanno modificato il quadro. L'arrivo di guide ufficiali e procedure più semplici ha permesso di sfruttare tecnologie come DLSS 4 e il path tracing, cambiando radicalmente il profilo prestazionale in titoli di fascia alta. Un'evoluzione che offre spunti utili anche per valutare l'hardware adottato da NVIDIA.
I test gaming con DGX Spark
Il DGX Spark è disponibile tramite diversi produttori e integra il Superchip GB10, elemento centrale della piattaforma. Il chip combina 20 core ARM con una GPU Blackwell dotata di 6144 CUDA core, affiancata da un'ampia memoria LPDDR5X fino a 128 GB. Pur nascendo per modelli small e medium size, la dotazione tecnica rende il sistema interessante per molteplici usi.
La GPU ha una configurazione simile, almeno in termini numerici, a quella della RTX 5070 desktop, anche se le frequenze operative e la banda di memoria molto più contenuta riducono la possibilità di un confronto diretto. Ciò che distingue Spark è l'accesso alla memoria unificata, che fornisce alla GPU un quantitativo superiore rispetto alle schede dedicate di fascia media. Limiti termici e di potenza restano però presenti, considerando la natura integrata del chip.
In un primo momento, avviare giochi moderni richiedeva diversi passaggi complessi. La combinazione ARM e Linux obbligava a utilizzare layer di emulazione, con un impatto evidente sulle prestazioni. Gli utenti avevano sperimentato risultati modesti: Cyberpunk 2077, ad esempio, si fermava intorno ai 50 FPS a 1080p con impostazioni medie e senza ray tracing.
La situazione è cambiata grazie a una guida condivisa da NVIDIA, che semplifica l'installazione di Steam e dell'ambiente FEX, oltre a ottimizzare l'uso di Proton. Con questa configurazione è possibile attivare DLSS 4, Multi-Frame Generation e ray tracing, elementi che in precedenza risultavano non disponibili. La corretta configurazione dei parametri ha portato a un salto prestazionale particolarmente evidente.
Nei test effettuati con il benchmark interno di Cyberpunk 2077, il DGX Spark supera i 175 FPS a 1080p con impostazioni elevate, ray tracing in modalità Ultra e path tracing attivo. Un risultato nettamente superiore rispetto a quanto osservato nelle prime prove e che colloca la piattaforma in una posizione inaspettata nel confronto con altri SoC orientati all'IA. Sistemi come AMD Strix Halo, pur offrendo buone prestazioni con FSR 3, mostrano cali marcati non appena si attiva il ray tracing.
La configurazione adottata dal DGX Spark permette inoltre di contenere i colli di bottiglia della CPU, rendendo plausibile un comportamento stabile anche a risoluzioni maggiori come 1440p. Aumentando il carico sulla GPU, la componente ARM diventa meno determinante e la gestione energetica del sistema consente di valorizzare il chip grafico. Le ottimizzazioni attese nei prossimi aggiornamenti potrebbero migliorare ulteriormente sia le capacità di calcolo sia quelle videoludiche.
Intanto il DLSS 4 arriva su Assetto Corsa Rally e Call of Duty: Black Ops 7.