OpenAI sta compiendo un passo strategico decisivo per il suo futuro: secondo quanto riportato dal Financial Times, l'azienda inizierà la produzione di massa di chip AI proprietari nel 2026, in collaborazione con Broadcom. L'obiettivo è duplice: garantire la potenza di calcolo necessaria a sostenere la crescita esplosiva dei suoi modelli e ridurre la dipendenza da NVIDIA, che oggi domina incontrastata il settore.
Il progetto avrebbe già raggiunto una fase avanzata di sviluppo: Broadcom, infatti, ha dichiarato di aver ricevuto un ordine da 10 miliardi di dollari da parte di un cliente non meglio specificato, che fonti del Times identificano proprio in OpenAI.
OpenAI non vuole commercializzare i propri chip
A differenza di altri attori del mercato semiconduttori, l'azienda guidata da Sam Altman non avrebbe intenzione di commercializzare i nuovi chip, ma di utilizzarli esclusivamente per le proprie infrastrutture. Con il lancio di GPT-5, la domanda di potenza computazionale è ulteriormente esplosa.
Altman ha dichiarato l'intenzione di raddoppiare la capacità della flotta di server nei successivi cinque mesi, priorizzando al contempo gli utenti a pagamento di ChatGPT. La produzione di chip interni consentirebbe di superare eventuali colli di bottiglia dovuti a nuove carenze di GPU, oltre a garantire un risparmio significativo sui costi operativi.
Il parere degli analisti sulla produzione dei chip IA di OpenAI
Secondo gli analisti, i chip AI personalizzati - definiti "XPU" - rappresenteranno una quota sempre più rilevante del mercato nei prossimi anni. Pur restando NVIDIA il leader assoluto, con un fatturato in crescita del 56% nell'ultimo trimestre rispetto al 2024, la mossa di OpenAI potrebbe segnare l'inizio di una progressiva diversificazione del settore, dove i giganti dell'intelligenza artificiale cercheranno di sviluppare soluzioni hardware su misura per i propri modelli.
Staremo a vedere come si evolverà la questione. Intanto, rimanendo in casa OpenAI, segnaliamo la recente decisione di introdurre dei controlli parentali in ChatGPT a seguito del suicidio di un giovane utente.