I font (caratteri) sono poco considerati nei videogiochi, eppure sono uno di quei fattori che, se ben curati, possono fare la differenza, soprattutto in titoli con molto testo da leggere. Per questo gli sviluppatori giapponesi si rivolgono a servizi come Fontworks LETS per avere dei caratteri rifiniti e piacevoli. Potete ammirarli in giochi come NieR: Automata o Persona 5, per fare un paio di esempi celebri di giochi che li usano. Purtroppo quest'anno l'abbonamento al servizio è schizzato da 380 dollari l'anno a 20.500 dollari l'anno. Da cosa è nato questo folle aumento, parzialmente rientrato dopo le proteste degli abbonati? All'intelligenza artificiale, chiaro.
L'intelligenza diventa artificiale, perché quella reale latita
Il servizio Fontworks LETS appartiene alla compagnia americana Monotype, che ha acquisito l'azienda Fontworks nel 2023, rinominandola Monotype KK. Dopo l'acquisizione, Monotype ha continuato per un certo periodo a fornire contratti e rinnovi per il servizio, ma nel settembre 2025 ha annunciato che i piani di licenza relativi all'integrazione in giochi e app non sarebbero più stati rinnovabili a partire dalla fine di novembre dello stesso anno, proponendo l'alternativa da 20.500 dollari.
Il caso ha portato molti a esaminare la composizione della società, scoprendo che Monotype è stata acquisita dalla società di private equity HGGC nell'ottobre 2019 e successivamente privatizzata. In seguito ha acquisito Fontsmith, URW Type Foundry e Hoefler & Co., accumulando i diritti su tantissimi font molto usati. Infine, nel 2023, ha acquisito anche Fontworks, ampliando ulteriormente il proprio catalogo.
Già da qualche mese la compagnia non naviga in buone acque. Ad esempio, a settembre è emerso (sulla base di email interne e testimonianze dei dipendenti) che si erano verificati licenziamenti di entità molto maggiore rispetto a quanto dichiarato ufficialmente, causando malcontento all'interno dell'azienda.
La crisi pare essere stata causata non tanto dal core business dell'azienda, ma dai forti investimenti nell'intelligenza artificiale, che non hanno prodotto alcun ricavo sensibile. L'azienda ha pubblicato ripetutamente ricerche su strumenti assistiti dall'IA destinati ai settori dell'editoria e del design, investendo fondi e risorse ingentissime. Tuttavia, avrebbe letteralmente "bruciato milioni senza ottenere nulla" in cambio. Da qui i licenziamenti e le richieste assurde ai clienti.
La spinta sull'IA sembra essere nata dalle difficoltà di crescita mostrate dall'azienda negli scorsi anni, ma non ha dato i risultati sperati. Un ex dipendente con contatti all'interno dell'azienda, ha riferito che sta crescendo la percezione che la dirigenza stia privilegiando il ritorno finanziario a breve termine rispetto a una strategia di lungo periodo o al benessere dei dipendenti.
Se vogliamo, questo è solo l'ennesimo caso che mostra i danni che la spinta verso l'IA sta causando al mercato globale, videogiochi compresi. Non vi sarà ad esempio sfuggito l'aumento di prezzo spropositato delle memorie, che potrebbe essere traumatico per l'intero settore, rallentando ulteriormente la vendita dell'hardware, già piagata dai rincari degli scorsi anni.