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Il Play Store non sarà più lo stesso: Google ha solo altri 7 giorni per aprirlo dopo la causa Epic

Il tribunale concede a Google un'ulteriore settimana, fino al 29 ottobre, per adeguarsi all'ingiunzione legale che impone cambiamenti nel Play Store.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   21/10/2025
Google vs Epic

Il 22 ottobre 2025 avrebbe dovuto segnare un momento cruciale per Google e per l'intero ecosistema delle app Android. In quella data, secondo la decisione del tribunale federale statunitense, l'azienda di Mountain View avrebbe dovuto iniziare ad aprire il suo Play Store alla concorrenza, consentendo agli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento alternativi e di stabilire autonomamente i propri prezzi. Tuttavia, a sorpresa, la scadenza è stata rinviata di una settimana.

La decisione arriva in seguito a una richiesta congiunta di Google ed Epic Games, le due aziende protagoniste della lunga battaglia legale che ha visto più volte la società di Tim Sweeney ottenere sentenze favorevoli. Il giudice distrettuale James Donato ha accolto la proposta, spostando al 29 ottobre 2025 la data di entrata in vigore dell'ingiunzione permanente contro Google.

Il Play Store cambia per sempre

L'ordine del tribunale, pubblicato il 20 ottobre, è conciso ma chiaro: la precedente scadenza del 22 ottobre viene ufficialmente annullata e sostituita con quella del 29 ottobre. Non sono stati forniti dettagli sui motivi della proroga, né da parte di Google né da parte di Epic Games. L'accordo tra le due aziende ha comunque sollevato interrogativi, considerato che il CEO di Epic, Tim Sweeney, aveva già celebrato pubblicamente la data originaria come un punto di svolta per gli sviluppatori.

L'ordine del giudice federale
L'ordine del giudice federale

In particolare, Sweeney aveva sottolineato che, dal 22 ottobre, gli sviluppatori statunitensi avrebbero potuto indirizzare gli utenti del Play Store verso sistemi di pagamento esterni, senza commissioni aggiuntive o schermate di avviso, in modo analogo a quanto previsto per l'App Store di Apple dopo le recenti decisioni giudiziarie. Il rinvio, quindi, rappresenta un piccolo ma significativo passo indietro in un percorso che sembrava ormai segnato.

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Dal canto suo, Google ha sempre dichiarato di voler rispettare le decisioni legali, pur continuando a difendere la propria posizione in appello. L'azienda ha più volte ribadito che i cambiamenti al Play Store richiedono tempo per essere implementati correttamente e che l'obiettivo è garantire un ecosistema sicuro e coerente per sviluppatori e utenti. Tuttavia, la mancanza di una motivazione ufficiale per il rinvio lascia aperte diverse ipotesi, tra cui la possibilità di accordi tecnici o procedurali ancora in corso.

Secondo quanto emerso finora, il 29 ottobre dovrebbe essere il giorno in cui Google rimuoverà dalle proprie pagine le indicazioni che obbligano gli sviluppatori a utilizzare esclusivamente Google Play Billing per la distribuzione delle app. Se l'azienda rispetterà la nuova scadenza, si tratterà di un cambiamento strutturale con potenziali ripercussioni economiche e regolamentari di ampia portata, soprattutto nel mercato statunitense, dove le autorità antitrust stanno osservando con attenzione la vicenda.

Resta però un elemento d'incertezza: Google ha annunciato che presenterà il proprio ricorso alla Corte Suprema entro il 27 ottobre. Qualora la Corte decidesse di accogliere la richiesta e sospendere temporaneamente l'ingiunzione, l'intero processo di apertura del Play Store potrebbe subire un'ulteriore battuta d'arresto.