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PlayStation Stars, Microsoft Rewards e Punti Nintendo: quanto contano i programmi fedeltà?

Tutti e tre i produttori principali di console hanno ora anche un proprio programma di fidelizzazione, ma quanto possono essere effettivamente utili?

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   06/10/2022

Con l'arrivo di PlayStation Stars, si può dare il via anche alla guerra tra i programmi di fidelizzazione degli utenti fra i tre maggiori produttori di console, visto che mancava proprio Sony con un aggiornamento sensibile su questo fronte. La domanda è: quanto sono utili questi sistemi e quanto vengono effettivamente sfruttati dai giocatori? È ovvio che di primo acchito sembrino tutti piuttosto superflui e poco convenienti: proprio oggi è emerso il calcolo per cui ci vorrebbero 1.750 dollari di spesa per ottenere un gioco nuovo, ma non è questo il punto principale di un programma del genere, che vuole semplicemente fornire un incentivo, anche minimo, a fare acquisti presso il proprio store o comunque rimanere all'interno dell'ecosistema del produttore.

Circa una ventina d'anni fa, all'epoca del Gamecube, Nintendo iniziò a inserire nei giochi più importanti del catalogo un foglietto con un codice da grattare per ottenere dei "punti stella", i quali potevano essere convertiti in vari premi. Ce ne volevano un sacco per riuscire ad ottenere piccoli gadget come portachiavi o cose simili, ma davvero un'infinità per premi più ricchi, eppure comprare un gioco usato e non trovare dentro il foglietto (o, peggio ancora, trovarlo con il codice già "grattato") poteva comunque far sorgere una certe delusione.

PlayStation Stars, il logo
PlayStation Stars, il logo

Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma la stessa cosa vale anche per oggi: la raccolta di punti per Star, Rewards e Coin non è una missione di vita (o almeno non dovrebbe esserlo, per mantenere una certa sanità mentale) ma funziona per fornire un certo incentivo a rimanere legati a un brand.

Certo, ci sono utilizzi più o meno dubbi: il fatto di piazzare una priorità nel servizio clienti in base al livello raggiunto nel programma, come emerso per quanto riguarda PlayStation Stars, è probabilmente un modo eticamente discutibile di implementare il sistema, così come spingere all'installazione di app o guardare pubblicità (come spesso succede sul programma Microsoft) possono essere situazioni al limite, tuttavia c'è anche una continua evoluzione nell'organizzazione di questi programmi che si basa molto anche sui feedback e sui parametri di utilizzo registrati. Essendo l'ultimo arrivato, PlayStation Stars è probabilmente quello che necessità maggiormente di un affinamento progressivo nel tempo, ma non dubitiamo che questo avverrà in periodi piuttosto brevi, offrendo ricompense anche più bilanciate e interessanti.

D'altra parte, online si trovano vere e proprie guide su come riuscire a portare avanti un abbonamento a Xbox Game Pass praticamente gratis utilizzando il programma Rewards di Microsoft, tanto per dare un'idea dell'effettiva utilità che questi sistemi possono avere per gli utenti, purché questi ultimi abbiano ovviamente intenzione di dedicarvi del tempo. Alla fine è anche questione di attitudine: c'è chi pensa che non valga la pena perder tempo dietro a tali soluzione per risparmiare qualche soldo e chi invece diventa un artista del risparmio, ma in un modo o nell'altro resta l'idea che soluzioni del genere possano quantomeno spingerci a scegliere dove e come acquistare un determinato prodotto. Qual è la vostra esperienza con questi programmi fedeltà?

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.