In queste ore sta circolando in rete lo stralcio di un documento di Sony che, secondo Daniel Ahmad, è stato male interpretato. In molti, infatti, hanno letto tra le sue righe la richiesta da parte del colosso giapponese di limitare i giochi Xbox Series X per fare in modo che siano alla pari con quelli PS5. Per il celebre analista di Niko Partners, però, si tratta di un errore piuttosto grossolano, dato che si tratta di una formula utilizzata praticamente in tutti gli accordi commerciali siglati da Sony, Microsoft e Nintendo.
La polemica è sorta analizzando il contratto che Sony e Capcom hanno firmato per Resident Evil Village. In questo documento, infatti, emerge come per Sony sia importante non solo avere un accordo di partnership privilegiato per ottenere contenuti esclusivi, come per esempio le demo temporali del nuovo Resident Evil, ma anche limitare l'influenza di abbonamenti come l'Xbox Game Pass o Google Stadia Premium.
Il problema è che la parte che ha generato tante discussioni tra i fan di entrambe le console è, per Ahmad, basata su delle interpretazioni completamente sbagliate. Innanzitutto perché è una formula standard utilizzata da tutti i publisher e -non meno secondario- perchè il documento non dice che gli sviluppatori debbano limitare i loro giochi per essere uguali a quelli della concorrenza.
Il documento, infatti, mette nero su bianco che i giochi devono avere le stesse "opzioni e contenuti" delle altre console, come la localizzazione, i salvataggi in cloud e molto altro. Il tutto, però, è soggetto alle "limitazioni della piattaforma". In altre parole la versione PlayStation 5 potrebbe non avere una caratteristica che c'è sulle altre console per suoi limiti tecnici. E viceversa.
Inoltre sia Microsoft che Sony chiedono ai partner di sfruttare il più possibile le caratteristiche tecniche e tecnologiche della console, così da mantenere il più possibile la parità tra le versioni. Il tutto è, però, sempre soggetto a "limitazioni hardware e tecniche" che possono esserci al momento della commercializzazione.
Si tratta, quindi, di una pratica standard per mettere nero su bianco l'impegno dei partner esterni a fare il meglio possibile con ogni piattaforma e i suoi strumenti di sviluppo. In modo che da una parte ci siano differenze minime tra le diverse versioni sul mercato e dall'altra i contenuti e le opzioni siano le stesse.
E per dirla alla Ahmad "non sappiamo perché la gente non interpreti il documento in questo modo. Le parole sono molto chiare".