È abbastanza noto che se è nata PlayStation bisogna ringraziare anche Nintendo. Le due compagnie stavano infatti collaborando a lettore CD per Super Nintendo, prima che la casa di Mario decidesse di bloccare tutto e Sony di andare da sola.
Sono passati trent'anni dal lancio di PlayStation 1 e l'ex presidente dei Worldwide Studios di SIE Shuhei Yoshida ha voluto chiarire meglio le dinamiche di allora, in un'intervista concessa a GamesIndustry.biz.
Yoshida, che si è ritirato quest'anno, ha fatto parte della storia di PlayStation fin dagli inizi. In effetti, era strettamente coinvolto anche nel progetto con Nintendo.
Avidità
Nintendo si tirò indietro per non dover pagare royalty a Sony sui giochi per Super Nintendo PlayStation e, come è noto, ruppe durante il Consumer Electronics Show del giugno 1991, siglando invece un nuovo contratto con il colosso olandese Philips, anch'esso non finito bene.
La rottura con Nintendo fu considerata umiliante da Sony, che fino a quel momento aveva faticato a ritagliarsi uno spazio nel crescente settore videoludico. Tuttavia quell'evento si sarebbe rivelato positivo per l'azienda, come la storia ha dimostrato.
Yoshida ritiene che quel fatto e il fallimento del Mega CD di Sega, periferica pensata per il Mega Drive / Genesis, dimostrarono che aggiungere supporti ottici a sistemi a 16 bit esistenti non era la strada giusta. Secondo Yoshida, quel progetto era "molto limitato rispetto alla vera PlayStation" e fu "quasi un bene che Nintendo lo cancellasse, altrimenti il team di Sony sarebbe rimasto bloccato per vincoli contrattuali."
In effetti, la storia lo ha confermato: una volta separata da Nintendo e desiderosa di dimostrare il proprio valore, Sony diede a Ken Kutaragi il via libera per trasformare l'idea di PlayStation in una console completa e oggi siamo qui a parlare giornalmente di PlayStation 5 e già ci sono delle voci relative a PlayStation 6.
"Nintendo creò la sua grande concorrente," ha detto Yoshida. "Ma la concorrenza è sempre salutare. Oggi Xbox, Nintendo e PlayStation sembrano andare in direzioni molto diverse, e penso che questo sia ottimo per l'industria nel suo complesso."