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ChatGPT come psicologo, Altman avverte: in questo caso non c’è il segreto professionale

Sempre più utenti sfruttano il chatbot come strumento di supporto emotivo. Sam Altman specifica che al momento non esiste ancora una politica di riservatezza per conversazioni così delicate.

NOTIZIA di Stefania Netti   —   28/07/2025
ChatGPT come psicologo (immagine indicativa)

In un recente episodio del podcast This Past Weekend di Theo Von, Sam Altman (CEO di OpenAI) ha parlato di ChatGPT. Sempre più utenti sfruttano il chatbot come strumento di supporto emotivo, che si tratti di semplici consigli o di attuare vere e proprie strategie come se fosse uno psicologo a tutti gli effetti. Tuttavia, Sam Altman specifica che al momento non esiste ancora una politica di riservatezza per conversazioni così delicate, che diventano automaticamente un agglomerato di dati estremamente sensibili. Facciamo il punto della situazione.

L’assenza della riservatezza legale

Durante il podcast, Altman ha risposto a una domanda legata all'attuale sistema legale. Il CEO ha parlato dell'assenza di riservatezza legale per le conversazioni degli utenti, riferendosi in particolare alla necessità di un vero e proprio quadro legale o politico per l'IA.

"Le persone parlano delle cose più personali della loro vita con ChatGPT. Lo usano - soprattutto i giovani - come terapeuta, come life coach; hanno questi problemi di relazione e chiedono 'Cosa devo fare?'. E ora come ora, se si parla di questi problemi con un terapeuta, un avvocato o un medico, c'è un privilegio legale. C'è la riservatezza medico-paziente, c'è la riservatezza legale, o altro".

Tuttavia, OpenAI non ha ancora trovato un modo per estendere questo tipo di tutela al chatbot. Se dovesse subentrare una causa legale, infatti, OpenAI sarebbe costretta a condividere le conversazioni, con conseguenti problemi di privacy. "Penso che sia molto sbagliato. Penso che dovremmo avere lo stesso concetto di privacy per le conversazioni con l'IA che abbiamo con un terapeuta. Nessuno doveva nemmeno pensarci un anno fa", ha detto.

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Il problema della privacy

Sempre più dati sensibili vengono condivisi dagli utenti. Oltretutto, ricordiamo che al momento OpenAI è coinvolta in una causa legale con il New York Times. L'azienda è infatti costretta a conservare tutti i dati, comprese le chat eliminate, dato che - secondo la testata giornalistica - potrebbero contenere prove di plagio.