Il sistema anti-cheat di Call of Duty: Black Ops 6 e Warzone a quanto pare non sta funzionando come dovrebbe, e ad ammetterlo sono stati gli stessi responsabili del TeamRICOCHET, che hanno parlato di "obiettivi mancati" per la loro tecnologia.
Stando alle ricostruzioni effettuate dagli sviluppatori del software anti-cheat proprietario di Call of Duty, i sistemi hanno retto durante il lancio ma con l'arrivo della Stagione 1 qualcosa è andato storto e a farne le spese sono stati naturalmente i giocatori.
Nel corso della prima stagione sono stati inflitti ben 19.000 ban relativi a nuovi profili, nel tentativo di limitare il fenomeno dei cheater nell'ambito delle partite classificate. Tuttavia gli episodi sono diventati così frequenti da costringere Activision ad aumentare l'organico e potenziare le infrastrutture.
"Sebbene abbiamo fatto progressi, sappiamo che c'è ancora molto lavoro da fare e siamo ansiosi di condividere i dettagli dei principali aggiornamenti previsti per il nuovo anno", ha scritto lo staff di TeamRICOCHET in un post ufficiale.
Una battaglia sempre più complessa
Call of Duty è il gioco che ha incassato di più a ottobre ed è inevitabile che a un'ampia base installata corrispondano problematiche di questo tipo, specie laddove si consideri la natura prevalentemente online dell'esperienza.
Fra gli obiettivi che TeamRICOCHET si è posto ci sono integrazioni basate anche sull'intelligenza artificiale per l'individuazione dei giocatori pericolosi prima ancora che entrino in una partita, nonché nuove tecniche di rilevamento lato client e server che arriveranno con le prossime stagioni.