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Star Wars Jedi: Fallen Order, crunch time non obbligatorio per gli sviluppatori Respawn

Il director di Respawn, Stig Asmussen, ha spiegato che gli sviluppatori non sono stati sottoposti a crunch time obbligatorio per Star Wars Jedi: Fallen Order.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   22/10/2019

Come in tutte le grandi produzioni dell'attuale mercato videoludico, anche nello sviluppo di Star Wars Jedi: Fallen Order c'è stato l'immancabile crunch time per gli sviluppatori, ovvero i turni allungati che si rendono spesso necessari per riuscire a completare i lavori su un gioco in tempo per le scadenze, ma secondo il director in questo caso è stata utilizzata una formula diverse, rendendolo non obbligatorio.

Stig Asmussen ha parlato dell'argomento a Eurogamer, senza negare la presenza del crunch time, una piaga del panorama lavorativo nel mercato videoludico che è comune a tutte le grandi compagnie come Rockstar e Epic Games, ma riferendo che Respawn Entertainment ha adottato un approccio non obbligatorio sui turni extra per portare Star Wars Jedi: Fallen Order a compimento.

"Abbiamo fatto qualcosa di diverso rispetto a quanto ho visto negli altri progetti a cui ho preso parte", ha affermato Asmussen, "Nei progetti passati mi sono trovato di fronte a crunch obbligatori, con tutti che ti dicono semplicemente che c'è da lavorare per un certo totale di ore aggiuntive", ha spiegato. In questo caso, l'approccio è stato diverso: "Tutti si portano dietro le proprie responsabilità e i propri compiti e li prendono molto sul serio, dunque perché trattare la gente come bambini e imporre gli orari precisi per tutti?", ha illustrato il director di Star Wars Jedi: Fallen Order. "Dunque se avete intenzione di fare delle ore extra è una scelta personale, vi supportiamo e vi portiamo il cibo, non ci metteremo a organizzare il crunch time in maniera precisa per tutti, potete organizzarvi autonomamente con gli impegni".

Ovviamente, tutto questo significa ben poco per uno sviluppatore che non si trova nelle parti più alte della scala gerarchica: il fatto di non imporre un crunch time obbligatorio non significa che poi gli sviluppatori non siano sottoposti a una sorta di obbligo morale o psicologico nei confronti delle ore extra di lavoro, magari con il rischio di eventuali ripercussioni se non vengono comunque svolte, dunque è difficile considerare in maniera obiettiva i vantaggi di un atteggiamento del genere, ma certo può essere un passo avanti rispetto all'obbligatorietà dei turni massacranti.