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Red Dead Redemption 2, la polemica sulle condizioni lavorative in Rockstar è finita in gioco

L'eccesso di crunch necessario per finire Red Dead Redemption 2 sembra essere stato espresso anche all'interno del gioco.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   29/10/2018

Prima del lancio di Red Dead Redemption 2 c'è stata una grossa polemica riguardante le condizioni lavorative all'interno di Rockstar, nata dalle dichiarazioni del Boss Dan Houser sulle cento ore a settimana di lavoro necessarie per chiudere il gioco. Ne sono seguiti articoli e testimonianze dall'interno dello studio, le seconde sia ufficiali, sia anonime, che non hanno però risolto la questione. Poi è uscito il gioco e tutto sembra essere stato dimenticato.

Alcuni però hanno notato che all'interno di Red Dead Redemption 2 ci sono riferimenti nemmeno troppo velati ai suddetti problemi. Ad esempio nella descrizione del Cattleman Revolver si può leggere: "Realizzato da un abile manovale che, a fronte di una misera paga, ha lavorato senza sosta per ore e ore, anche nei fine settimana, per farvi avere il miglior revolver sul mercato."

Secondo alcuni la descrizione potrebbe non avere a che fare con le polemiche di cui sopra. Del resto non sarebbe certo il primo sfogo di uno sviluppatore frustrato all'interno di un videogioco. Inoltre alcuni riferimenti, come la paga misera e il lavoro nel fine settimana, sembrano essere fin troppo concordanti con i racconti emersi nelle scorse settimane per far escludere completamente l'ipotesi "sfogo". Insomma, la questione rimane aperta, nonostante le indubbie qualità di Red Dead Redemption 2.