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Steam, un'analisi sulle vendite dei giochi mostra un crollo notevole rispetto al 2018

Il CEO del publisher No More Robots ha effettuato un'interessante analisi sull'andamento delle vendite su Steam, proponendo potenziali soluzioni in base alle possibili cause rilevate per il crollo emerso.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   11/09/2019

Mike Rose, il CEO del publisher No More Robots, ha recentemente effettuato uno studio sull'andamento dei giochi su Steam, per quanto riguarda in particolare le vendite e i ricavi per sviluppatori e publisher, mettendo in mostra una situazione piuttosto negativa che segna un crollo del 47% rispetto al flusso di denaro rilevato nel 2018.

Potete trovare dati e conclusioni nel report completo a questo indirizzo, si tratta di uno studio estremamente chiaro anche se condotto su un campione di titoli che si può dire ristretto, se confrontato all'enormità del catalogo Steam, comunque significativo.

Come spiegato nel documento, i dati sono stati ricavati dai siti che traggono informazioni e dati di vendita da Steam e in parte da Steam stesso. Il campione preso in esame comprende 170 giochi rilasciati tra luglio e agosto, dopo aver escluso i titoli tripla A e considerando praticamente solo il 20% dei giochi che hanno dimostrato maggiore attività in termini di vendite (come fa notare Rose, considerando anche il restante 80% la media sarebbe probabilmente anche peggiore). In base ai dati rilevati è emerso che in media vengono vendute 1.500 copie dei giochi, per un totale di 16.000 dollari ricavati, sempre come media tra tutti i titoli analizzati (rimuovendo le punte massime e minime in modo da equilibrare e compattare i risultati).

Si tratta di un crollo del 70% per quanto riguarda la media delle copie vendute, che nel 2018 era di 5.000, e del 47% per quanto riguarda i guadagni medi, che nel 2018 ammontavano a 30.000 dollari per gioco, sempre per quanto riguarda il primo anno di presenza su Steam.

Secondo Rose, tra le spiegazioni per questo calo generalizzato c'è l'enorme quantità di titoli che invadono il catalogo di Steam ogni mese e che rendono difficile la visibilità dei giochi, il fatto che gli sviluppatori più piccoli tendano a piazzare i giochi con prezzi troppo bassi, che difficilmente fanno guadagnare abbastanza e non hanno sempre effetti positivi sulle vendite, data anche la forte concorrenza dei giochi free-to-play.

Anche la presenza dei nuovi servizi su abbonamento potrebbe contribuire alla crisi di vendite e ricavi, perché influisce sulla percezione del valore dei giochi e crea un importante backlog di titoli già pronti da giocare per molti utenti che non sono motivati a spendere per nuovi titoli.