Gian Marco Zanna, managing director del neonato studio Day 4 Night, ha parlato durante la nostra ultima diretta, che trovate qui sotto, dei motivi dell'addio a Ubisoft, che ha portato appunto alcuni sviluppatori dell'azienda francese a fondare una nuova realtà indipendente.
"Non ce ne siamo andati per fare un dispetto a Ubisoft o perché non eravamo contenti di Ubisoft", ha spiegato Zanna. "Ce ne siamo andati per una serie di ragioni, alcune materiali. Stavamo ragionando sulla possibilità di creare un progetto totalmente in stile Davide Soliani."
"Se avessimo potuto realizzarlo. vi assicuro che oggi saremmo ancora in Ubisoft, saremmo contenti di essere in Ubisoft e probabilmente fra tre anni voi avreste detto 'è una cosa incredibile, Davide ha fatto l'ennesima magia'. Perché è lì che volevamo andare: Davide aveva un'idea, tutta Ubisoft Milano era dietro quell'idea, la voleva supportare e la voleva realizzare."
Qualcuno, però, ha detto di no
"Purtroppo abbiamo inanellato una serie di 'sì' ma alla fine abbiamo ricevuto un 'no' che ha fatto crollare questo progetto" e che ha portato gli sviluppatori a dire addio a Ubisoft Milan, a partire da Soliani. "Non vi posso dire di che progetto si trattava perché è una cosa davvero troppo grande; in linea con le ambizioni di Davide, che sono di una magnitudine che non potete immaginare."
Zanna ha poi specificato che il rifiuto non è arrivato dalla casa francese, bensì da qualcuno all'esterno: con ogni probabilità il partner designato per questa operazione. Di chi si tratta? Chiaramente non è dato saperlo.
"Davide non voleva puntare al sole, voleva puntare all'universo intero, voleva creare un nuovo big bang nell'universo dei videogiochi. Una roba impressionante, non ci credereste se ve lo dicessi... magari ve lo rivelerò privatamente, ma avrebbe veramente creato un nuovo big bang nel mondo dei videogiochi."
"Purtroppo la cosa non è andata in porto, e così di fronte a noi si sono aperte numerose strade. È lì che si è insinuato un pensiero pernicioso. Questo pensiero, in realtà, non è spuntato dal nulla in quel momento, ma era qualcosa di cui stavamo già discutendo da tempo io e Davide, e in separata sede io e Cristina, Davide e Luca."
"Il pensiero era di mettersi in proprio, ed ecco per quale motivo a un certo punto abbiamo deciso di farlo. Da una parte è crollata l'idea di realizzare questo big bang, dall'altra abbiamo preso atto del fatto che ormai abbiamo una certa età: io ho cinquant'anni, Davide ha più di cinquant'anni e ci siamo detti 'o adesso o mai più'."
"Quindi abbiamo deciso di fare questo salto nel vuoto: un salto devo dire molto pauroso perché, checché se ne dica, è un qualcosa di davvero difficile da fare, ma che abbiamo fatto perché assieme a noi c'erano persone del calibro di Cristina Nava, Luca Breda e Christian Cantamessa."