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The Last of Us Parte 1, il problema non è se sia un remake o una remastered, ma la tempistica

Il vero problema di The Last of Us Parte 1 non è tanto il fatto se sia un remake o un remastered, ma la tempistica con cui è stato immesso sul mercato.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   30/08/2022

Chi ha giocato a The Last of Us avrà sicuramente dei ricordi legati ad esso. Si tratta di una di quelle esperienze che finiscono per influenzare la vita di un videogiocatore e il suo modo di guardare ai videogiochi. Il capolavoro di Naughty Dog è importante, al di là di qualche difetto, perché ha ridefinito un certo genere e lo ha spinto in avanti. Quindi perché tanto astio contro The Last of Us Parte 1?

Molti lo vedono come una remaster di lusso, mentre Naughty Dog ha cercato di spiegare in diverse occasioni che si tratta di un remake. A tanti non è andato giù il prezzo di 80€, come se si trattasse di un titolo inedito. Il punto però è un altro, ossia che dove l'intera operazione fa acqua da tutte le parti è soprattutto nella tempistica scelta per lanciarlo, non tanto nel fatto di che cosa sia tecnicamente o di quanto costi.

Come dicevamo The Last of Us è un titolo importante, ma è anche relativamente recente. All'epoca dell'uscita su PS3 ha rappresentato lo splendido canto del cigno della console e Sony lo ha usato anche per aprire l'epoca PS4, perché era fatto così bene che è bastato il lavoro di rimasterizzazione per renderlo splendido anche sull'hardware della generazione seguente. Era talmente bello da poter rivaleggiare graficamente e nel gameplay con molti dei primi titoli per la nuova console, spesso superandoli.

Il problema è che non stiamo parlando di fatti accaduti in epoche remote, ma nel 2013 (versione PS3) e nel 2014 (remastered per PS4). La versione rimasterizzata è oltretutto giocabile senza sforzi su PS5, dove fa ancora la sua figura. Certo, graficamente mostra i suoi limiti, ma è comunque un titolo fresco nella memoria collettiva del medium, un'esperienza che molti hanno vissuto in tempi relativamente recenti e che non ha ancora fatto in tempo a essere elaborata e finire nel vortice della nostalgia.

Considerate che non stiamo parlando di un live service, che può solo beneficare di un aggiornamento grafico, ma di un'avventura narrativa single player. È come se qualcuno proponesse il remake di Il Trono di Spade a così pochi anni dalla conclusione della serie. Il pubblico si chiederebbe naturalmente: "ma quante volte vuoi vendermi la stessa roba?" Che è quello che sta accadendo con The Last of Us Parte 1. Il problema non è il prezzo di 80€, ma ciò che quei soldi significano, perché vanno a giustificare altre operazioni simili, che vengono avversate dai più per la ferocia con cui si finisce per colpire passato recente, cercando di far credere ai più che sia stato completamente superato.

Ecco, forse si poteva attendere qualche anno di più, prima di far scendere il sipario sull'esperienza originale, che per molti è ancora parte del loro presente.