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Tra 10 anni potremmo non avere più bisogno di un iPhone secondo Eddy Cue

Il dirigente Apple paragona l'era dell'iPhone a quella dell'iPod e immagina un futuro in cui l'intelligenza artificiale ridisegnerà l'intero panorama tecnologico.

NOTIZIA di Simone Lelli   —   08/05/2025
Eddy Cue

Eddy Cue, vicepresidente senior dei servizi Apple, ha lanciato una provocazione che sta facendo discutere il mondo tech: tra dieci anni potremmo non avere più bisogno di un iPhone. Una dichiarazione forte, arrivata nel contesto del processo antitrust contro Google Search, ma che punta dritta al cuore di una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche in atto: quella dell'intelligenza artificiale. Secondo Cue, l'IA ha il potere di riscrivere completamente gli equilibri dell'industria e di fare a pezzi anche i modelli consolidati, proprio come accadde con il passaggio dall'iPod all'iPhone.

Cue non ha esitato a ricordare come, a suo avviso, una delle mosse più coraggiose e lungimiranti di Apple fu proprio "uccidere la gallina dalle uova d'oro", ossia l'iPod, per lasciare spazio a un nuovo paradigma. E ora, proprio l'iPhone - che oggi genera oltre metà dei ricavi dell'azienda - potrebbe subire lo stesso destino, superato da dispositivi e soluzioni basati interamente sull'intelligenza artificiale. Non è solo una provocazione: è una visione strategica che suggerisce quanto Apple stia riflettendo su un futuro in cui lo smartphone potrebbe non essere più al centro dell'esperienza digitale.

L’IA come forza dirompente

Nel suo intervento, Cue ha sottolineato che l'AI non è una semplice evoluzione, ma un cambiamento radicale, capace di ridefinire chi sono i leader e chi i follower del settore. Ha ricordato come molte delle grandi aziende che dominavano la Silicon Valley al suo arrivo - come HP, Sun Microsystems e Intel - siano oggi sparite o ridimensionate. Per lui, questa trasformazione epocale potrebbe colpire anche Apple, se non sarà in grado di reinventarsi ancora una volta.

Un iPod di sesta generazione
Un iPod di sesta generazione

Il messaggio implicito è che nessuna azienda è intoccabile, e che la longevità dipende dalla capacità di anticipare e guidare le transizioni tecnologiche. L'intelligenza artificiale potrebbe aprire il campo a nuovi attori, abbassare le barriere d'ingresso e far nascere dispositivi radicalmente diversi dagli smartphone. E infatti, sebbene finora i tentativi di sostituire i telefoni con gadget AI siano falliti, la direzione è chiara: l'interazione con la tecnologia si sta spostando verso modalità più naturali, pervasive e indipendenti dai classici touch screen.

Il futuro: smart glasses, AirPods e assistenti AI sempre attivi

Le parole di Cue trovano riscontro in molte delle indiscrezioni che circolano sul futuro di Apple. L'azienda di Cupertino starebbe infatti lavorando su una nuova generazione di dispositivi che potrebbero affiancare - o addirittura sostituire - l'iPhone. Tra questi, si parla di occhiali smart con AI integrata, evoluzioni delle AirPods dotate di assistente vocale costantemente attivo e Apple Watch sempre più autonomi. Dispositivi indossabili e discreti, capaci di interagire con l'utente in tempo reale e senza bisogno di uno schermo principale.

I Ray-Ban Meta
I Ray-Ban Meta

Un approccio simile a quello tentato da Meta con i suoi occhiali Ray-Ban dotati di Meta AI, o da altre startup che hanno provato - senza successo - a lanciare device stand-alone alimentati da intelligenza artificiale. La differenza è che Apple ha già l'ecosistema, l'hardware e l'esperienza per costruire un'alternativa credibile. E, soprattutto, ha una base utenti affezionata e abituata a evoluzioni graduali, ma significative.