Il settore tecnologico sta attraversando una fase senza precedenti, alimentata dall'espansione dell'intelligenza artificiale e dalla corsa dei grandi produttori a garantirsi capacità produttiva per i propri chip. In questo contesto, il CEO di TSMC, C.C. Wei, ha confermato durante la cerimonia degli SIA Awards una realtà tanto evidente quanto preoccupante: la domanda globale di processori avanzati è oggi tre volte superiore rispetto alle capacità produttive dell'azienda.
Una sproporzione colossale che mette in luce un problema strutturale destinato a durare ancora diversi trimestri. TSMC, leader indiscusso nella produzione di chip all'avanguardia, è il punto di riferimento per colossi come NVIDIA, AMD, Intel, Broadcom e Marvell, oltre ai clienti storici come Apple.
TSMC attira la maggior parte del mercato
Le richieste per nodi produttivi come 5 nm e 3 nm, fondamentali per le applicazioni IA e i dispositivi di nuova generazione, stanno superando di gran lunga quanto l'azienda può offrire. E sebbene Intel e Samsung Foundry dispongano di tecnologie alternative, è TSMC ad aver catturato la maggior parte dell'interesse del mercato, risultando il partner più affidabile per Big Tech.
Nonostante un massiccio piano di espansione globale con nuovi impianti a Taiwan, negli Stati Uniti e in Giappone, il gigante taiwanese continua a registrare una significativa carenza di capacità. Gran parte della produzione è già vincolata da contratti a lungo termine con aziende come NVIDIA e Apple. Il risultato è un pesante collo di bottiglia che si ripercuote su tutta la catena di approvvigionamento.
Si apre la competizione a TSMC
Questa situazione apre però uno spiraglio competitivo: aziende come Intel e Samsung potrebbero approfittare della saturazione di TSMC per attrarre nuovi clienti. La vera incognita resta la disponibilità dei grandi gruppi tecnologici a correre il rischio di affidarsi a produttori diversi dal colosso taiwanese.
Con la domanda di chip destinata a crescere ulteriormente, il settore attende di capire quale direzione prenderà il mercato e se gli equilibri produttivi globali sono destinati a cambiare.