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Elon Musk, accordi con Samsung e TSMC a rischio: si farà da solo i chip per Tesla?

Musk ritiene troppo lunghi i tempi di consegna di Samsung e TSMC e valuta fab dedicate per sostenere la domanda di chip destinati alla guida autonoma Tesla.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   17/11/2025
Elon Musk

Elon Musk torna a criticare i suoi fornitori di chip. In alcune recenti dichiarazioni durante un intervento con Baron Capital, il CEO miliardario di Tesla ha affermato che l'attuale offerta di Samsung e TSMC non sarebbe in grado di soddisfare le esigenze future della casa automobilistica, soprattutto in vista dell'espansione delle funzionalità di guida autonoma.

Il nodo centrale riguarda i tempi richiesti per avviare nuove linee produttive. Secondo Musk, Samsung e TSMC avrebbero indicato un orizzonte di cinque anni per completare nuove fabbriche e renderle operative. Una previsione che il dirigente considera troppo lunga, al punto da impedire al progetto FSD di espandersi ai livelli che Tesla ritiene necessari. E così, per la terza volta, Musk ha rilanciato l'idea di creare una catena produttiva interna.

I programmi di Musk

Musk sostiene che la futura diffusione della guida autonoma porterà a un fabbisogno di chip IA compreso tra cento milioni e duecento miliardi di unità all'anno, una stima che supera di gran lunga la produzione attuale delle fonderie. Di fronte a numeri simili, la capacità dei fornitori risulterebbe insufficiente, e la prospettiva di attendere cinque anni per espandere la produzione viene descritta come un ostacolo insormontabile. Nelle sue parole, un'attesa di tale durata equivarrebbe a rallentare in modo decisivo l'intero progetto industriale di Tesla.

Un'automobile Tesla con guida autonoma
Un'automobile Tesla con guida autonoma

L'alternativa proposta sarebbe quindi la costruzione di una fab di grandi dimensioni direttamente sotto il controllo dell'azienda. Un'operazione di questo tipo rappresenterebbe però un impegno enorme dal punto di vista finanziario e tecnico. La realizzazione di impianti avanzati richiede competenze estremamente specializzate, supply chain complesse e investimenti di lunga durata. Diversi analisti hanno definito l'idea poco realistica, sottolineando che la creazione di una fab moderna non può essere compressa nei tempi auspicati da Musk, nemmeno disponendo di risorse ingenti.

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Il commentatore Dan Nystedt ha evidenziato come anche un forte aumento degli investimenti non risolverebbe il problema del talento necessario per operare su nodi produttivi avanzati. Inoltre, Tesla non disporrebbe di un portafoglio IP sufficiente per sviluppare chip di ultima generazione senza affidarsi comunque a partner esterni.

Alcuni suggeriscono un approccio più convenzionale: investire direttamente nei produttori per favorire l'espansione della loro capacità. TSMC, ad esempio, ha già dimostrato di poter adattare i propri piani su richiesta dei clienti, con decisioni rilevanti come l'apertura di impianti negli Stati Uniti. Tuttavia, anche in questo scenario la realtà industriale rimane vincolata da cicli pluriennali che difficilmente possono essere accelerati oltre un certo limite.

Le previsioni indicano inoltre che la capacità produttiva di TSMC a 3nm potrebbe raggiungere livelli prossimi alla saturazione già nel 2026, lasciando poco margine per soddisfare richieste improvvise o straordinarie. In uno scenario così teso, l'idea di un "TeraFab" capace di rispondere da sola alle esigenze di Tesla appare più un concetto teorico che un progetto concretamente realizzabile nel breve periodo.

Il divario tra le ambizioni espresse da Musk e la realtà del settore evidenzia quanto il ritmo dell'innovazione, soprattutto in ambito automotive, possa entrare in collisione con le lentezze fisiologiche della produzione di semiconduttori. Le fonderie operano su cicli lunghi e gli impianti richiedono pianificazioni meticolose, condizioni che mal si sposano con la rapidità con cui le aziende tecnologiche vorrebbero scalare i propri prodotti.