Valve ha affrontato ultimamente una serie di situazioni poco piacevoli nell'ambito della pubblicazione di giochi su Steam, rimuovendo determinati titoli e modificando la propria policy sulla natura dei contenuti disponibili sulla piattaforma digitale. Questo percorso ha portato il team di Gabe Newell a stabilire che spesso dietro dei brutti giochi ci sono delle brutte persone, alcune delle quali si divertono a trollare.
"Siete abitanti di internet e sapete come i troll si presentino in qualsiasi forma", ha scritto Valve. "Su Steam, alcuni di essi provano semplicemente a stuzzicare la gente con quello che chiamiamo 'uno strumento a forma di gioco', ovverosia un software fatto malissimo, che passa i test di funzionamento a stento ma è lontano dall'idea di ciò che il 99,9% delle persone considera 'bello'."
Alcuni troll provano a imbrogliare utenti di Steam sulla base di oggetti di valore nel loro inventario, altri cercano di fare un po' di soldi attraverso una serie di espedienti che hanno a che fare con il modo in cui gli sviluppatori utilizzano le key per sbloccare i giochi, altri ancora provano a seminare zizzania.
"Mentre scriviamo, ci sono troll che si inventano nuovi modi ancora per essere ripugnanti, ma ciò che questa gente ha in comune è che non gli interessa realizzare e vendere videogame in buona fede. Quando il comportamento di uno sviluppatore è riassumibile in questo modo, si tratta probabilmente di un troll. (...) Sembra insomma che spesso dietro i brutti giochi ci siano brutte persone."
Questo tipo di situazioni ha portato Valve a gestire la faccenda in modo radicale, bandendo non i singoli giochi bensì i team di sviluppo e/o i publisher. Un approccio che si spera eviterà in futuro di trovare sulla celebre piattaforma digitale simulatori di sparatorie a scuola o software per il mining delle criptovalute.
