Le crescenti critiche rivolte a Windows 11 hanno spinto Pavan Davuluri, responsabile della divisione Windows e Devices di Microsoft, a intervenire pubblicamente per la prima volta dopo settimane di malcontento. Il dirigente ha utilizzato un post su X per rispondere alla community, riconoscendo le preoccupazioni degli utenti e confermando l'impegno del team nel migliorare l'esperienza dell'intero sistema operativo.
La polemica è esplosa in seguito a un precedente post dello stesso Davuluri dedicato alla trasformazione di Windows 11 in un sistema operativo "agentico", profondamente integrato con l'intelligenza artificiale. Quel messaggio è stato rapidamente sommerso da commenti negativi.
Chi ha innescato la discussione su Windows 11?
A innescare la discussione è stato anche l'intervento dell'esperto di tecnologia Gergely Orosz, che ha messo in dubbio l'efficacia di Windows come piattaforma per sviluppatori. La reazione iniziale di Davuluri (la disattivazione delle risposte al post) è stata interpretata come una chiusura al confronto. Successivamente, però, il dirigente ha adottato toni più concilianti.
Davuluri ha riconosciuto alcune delle criticità più sentite: in particolare l'incoerenza dell'interfaccia utente, causata da anni di convivenza tra vecchi pannelli di controllo, nuove finestre moderne e dialoghi grafici risalenti anche a versioni precedenti del sistema operativo. Questo mosaico di stili differenti contribuisce a rendere Windows 11 percepito come poco curato e frammentato.
Ulteriori punti chiave della discussione su Windows 11
Un altro punto chiave riguarda la strategia di rilascio che introduce aggiornamenti frequenti con nuove funzionalità. Sebbene l'idea di un OS costantemente aggiornato possa sembrare positiva, nella pratica genera instabilità e un flusso continuo di bug che minano la fiducia degli utenti.
Il ritmo accelerato degli update lascia poco margine per test approfonditi, facendo percepire il sistema come in continua evoluzione ma poco affidabile. Infine, la spinta aggressiva verso l'IA viene vista da molti come un'imposizione. Cresce anche il malcontento verso l'obbligatorietà dell'account Microsoft, l'integrazione forzata di OneDrive e la telemetria invasiva. Davuluri ha promesso maggiore attenzione a stabilità.