Anche i più progressisti tra i videogiocatori forse non sono più in grado di mettere la mano sul fuoco sulle meravigliose sorti del cloud gaming, e il futuro in streaming che una volta sembrava scontato assomiglia sempre più a un buco nero pieno di mistero, perché in qualche modo questa forma di fruizione sembra continuare a stentare. La chiusura improvvisa di Google Stadia ha incrementato l'incertezza sul destino del cloud gaming, perché il servizio funzionava alla perfezione, ma alla potenza della piattaforma tecnologica, evidentemente, non ha fatto eco un'altrettanto solida organizzazione, cosa che ha portato alla caduta del maggiore araldo della tecnologia in questione.
La palla a questo punto resta a Microsoft, che sembra aver fatto un altro timido passo in avanti in questi giorni portando Xbox Cloud Gaming sui dispositivi Fire TV, curiosamente proprio di proprietà di uno dei pochi concorrenti diretti in questo ambito, ovvero Amazon, che con il suo servizio Luna sembra voler cercare più spazio in questo periodo. È ancora poco, però: con i mezzi di cui può disporre la casa di Redmond, è sinceramente incomprensibile la lentezza con cui si sta muovendo nel cercare di imporre il cloud gaming in maniera più decisa. La cancellazione del progetto Xbox Keystone potrebbe avere un senso in quanto, come riferito dallo stesso Phil Spencer, è ancora difficile trovare un price point che sia abbastanza basso da convincere il pubblico di massa ma non troppo basso da rendere difficile includere il blocco centrale del dispositivo più un controller, dunque il suo accantonamento può essere comprensibile.
Una lentezza poco comprensibile
Risulta molto meno comprensibile il motivo per cui ancora non si è deciso per una diffusione globale di una semplice app da utilizzare su ogni TV per accedere a Xbox Cloud Gaming, fatta eccezione per gli accordi (anche qui) specifici presi con Samsung per il suo Gaming Hub.
L'idea è che Microsoft debba ancora risolvere diversi inconvenienti tecnici dietro la piattaforma, che in effetti non ha ancora delle prestazioni del tutto convincenti, soprattutto al di fuori degli USA e in zone non coperte da connessioni veloci e solide. In sostanza, siamo ancora in attesa che Xbox Cloud Gaming esca dalla sua fase di beta in cui si trova ormai da anni, e che ci ha portato a pensare anche al fatto che la compagnia stesse praticamente abbandonando il progetto, salvo poi uscirsene con queste novità come il lancio su Amazon Fire TV che sembrano andare dalla parte opposta.
Bisogna anche considerare che l'intera divisione Xbox sembra essere ancora un cantiere aperto: con l'intero anno scorso passato in buona parte a inseguire le vicende legali relative all'acquisizione di Activision Blizzard, la conclusione della questione potrebbe finalmente portare a un maggiore impegno nello sviluppo dell'infrastruttura, che ora può contare anche sul poderoso apporto delle produzioni del publisher appena acquisito. La situazione non proprio rosea delle console Xbox al momento potrebbe peraltro favorire la concentrazione sul cloud gaming, come una sorta di rete di supporto che dovrebbe garantire comunque la rilevanza del servizio anche se questo non dovesse espandersi sulle console rivali, visto che potrebbe utilizzare semplicemente qualsiasi altro dispositivo connesso. In sostanza, "ogni schermo potrebbe essere un'Xbox", come diceva Sarah Bond un po' di tempo fa, ma la strada da fare sembra ancora molto lunga, soprattutto finché la stessa Microsoft dimostra di non voler spingere più di tanto sull'iniziativa.